Mandamenti e Comuni del Circondario di Tempio Pausania 3
atto d'immerger la lancia nella gola del dragone, la quale fu recentemente restaurala da Luigi Antonio Balugau, allievo della lì. Accademia di belle arii di Modena, e parecchie altre statue, che credonsi di buon scalpello. Ilavvi inoltre un gran calice antichissimo con la sua patera lavorato con tutta l'arte di quei tempi remoti, scampato alle unghie rapaci dei soldati tedeschi al tempo delle loro sedizioni. Dentro e intorno al paese sette altre chiese filiali e in altra risega superiore del Monteram, in luogo delizioso, avanzi d'uno dei più antichi conventi dei Francescani in Sardegna, fondato da due frati nel 1220.
In paese vi sono molte fontane pubbliche, fra le quali una piuttosto rimarchevole, costruita dall'ingegnere Nerini. Nel Cimitero, monumento al Nerini, già sindaco del paese, ed altro al canonico Frassu con l'iscrizione in dialetto. Nella regione Calitennero è un gran ponte di m. 30 di lunghezza e a tre arcate sul Tirso.
Trentatrè erano i Nuraghi che sorgevano nel territorio di Bono cosi in pianura come in montagna, ma furon distrutti dai pastori. Nè mancano gli altri antichissimi monumenti noti sotto il nome di Sepolturas de Gigantes o di Domos de Janas, o Case delle fate. Grano, orzo, lino, canapa, gran copia di erbaggi e di legumi, di cui si fa vendita ai vicini paesi. Le piante fruttifere sono in gran numero e di molte specie e gli agrumi vi prosperano a meraviglia. Vigneti estesi, uve svariatissime e vini molto pregiati. Selve estesissime di alberi ghiandiferi, alcuni dei quali colossali, con bestiame numeroso, porcino principalmente, selvaggiume e caccia di uccelli stazionari e di passo; formaggi e maiali molto stimati. Fabbriche di ceramica.
Cenni storici. — Bono è capoluogo dell'antica contea del Gocecino. Nel 1478 Artaldo de Alagon, figliuolo del proscrìtto marchese di Oristano, e Francesco Des-sena, visconte di Sanimi, essendosi, dopo la sconfìtta di Mores, ricoverati nella contea del Goceano, vi furono inseguiti da Angelo Marongiu con le sue schiere-, le quali impadronironsi di Bono e degli altri paesi, facendovi un ricco bottino.
Quando nel 1807 il re Vittorio Emanuele I istituì le prefetture e le intendenze, Bono fu scelto a capoluogo della provincia, sede dell'intendente e del prefetto, con giurisdizione su diciassette Comuni. In seguito, nella riduzione del 1821, abolita la sua provincia, fu incorporato a quella di Nuoro e successivamente al circondario di Ozieri. Bono fu pure residenza del vescovo di Castro ed un rione, detto Piscoùia (episcopo), lo rammenta assieme agli atti del sinodo quivi tenuto nel 1414 dal vescovo Leonardo.
Uomini illustri. — Diede i natali al cav. D. Gio. Maria Angioi, professore di giurisprudenza all'Università, indi giudice della R. Udienza, il quale ebbe molta parte nei moti politici dell'isola intorno e dopo il 1794. Caduto in diffidenza del governo fuggì da Sassari, andò ramingando e mori esule.
Coli, elett. Ozieri — Dioc. Ozieri — P» T.
Bottida (843 ab.). — Sorge a 412 metri di altezza, appiè del monte Corona, collegato alla catena del Monteraso e così detto da un Nurago costruito in vetta, il quale rassomiglia ad una corona sul vortice della collina. Vie irregolari in un'area più lunga che larga e parrocchiale della Madonna del Rosario con tre chiese minori. Al sommo del suddetto monte Corona veggonsi alcune delle cosidette Sepolture di Giganti. Altrove nella montagna e alla distanza di due ore dal paese incontraci vestigia di un'antica popolazione, di cui ignorasi persino il nome. Non lungi sette Nuraghi, altri nella pianura, in totale non meno di venticinque. Coli, elett. Ozieri — Dioc. Ozieri — P2 T. a Bono.
Burgos (780 ab.). — Sorge a 000 metri circa d'altezza, fra la rupe del castello del Goceano che gli sta a est e le falde della catena dello stesso nome a sud-ovest e a 6 chilometri da Bono. La via principale divide il paese in due frazioni; parrocchiale
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