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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Quinta — Italia Ir^ularr-
   dal suo rappresentanti.- Frate Gomita. Era costui nativo di Gallura, e seppe tarilo insinuarsi nell'animo di Nino, che venne da lui preposto al governo della Gallura quando questi dovette trasferirsi, nel 1285, a Pisa, chiamatovi dal conte .suo avo pel governo di quella repubblica. Giri fosse codesto Gomita lo sappiamo dall'Alighieri nel canto xxu dell 'Inferno, già da noi riportato. Nino lo danno al laccio, ed, affranto dalle sventure domestiche e scaduto dalla antica potenza, mori nel 1205.
   Erede del Giudicato di Gallura e dei possedimenti di Cagliari e di Pisa fu Giovanna, che Nino, figliuol di Clnano, ebbe dalla moglie, la suddetta Beatrice d'E<-.te. Non aveva essa che 8 anni quando ereditò il trono e quando la tnadre si era congiunta in seconde nozze con Galeazzo Visconti, primogenito di Matteo, signore di Milano, il papa Bonifacio Vili la raccomandò al Comune di Volterra. A 1G anni andò sposa a P.iccardo da Camino signor di Treviso; ma le fu avversa la sorte, poscia che < Boria, dopo la morte del padre, impadromronsi a forza di varie regioni della Gallura, il marito fu spento da ferro assassino e il cognato le tolse l'eredità di famiglia.
   L'infelice vedova trovò però aiuto nel papa Bonifacio Vili, il quale, con tutto che avesse già fatto dono della Sardegna al re D. Giacomo di Aragona, fece si che rimanessero diesi i diritti di lei sul Giudicato di Gallura. Mori questa principessa poco dopo d 1320, lasciando erede Azzone Visconti, signore di Milano, suo fratello uterino.
   Con Giovanna, Giudichessa più eli nome che di fatto, ebbe fine nei primi due lustri del secolo, ii Giudicato di Gallura, quantunque i Visconti, a cui ne fu trasmessa l'eredità, siensi fregiati per parecchio tempo del titolo di Giudici di Gallura.
   L'insegna dei Giudici di Gallura era un gallo, conte canta Dante là dove, parlando della suddetta Beatrice d'Este, che, lasciate le sacre bende, prese per la morte di Nino, era passata a nuove nozze nella casa dei Visconti di Milano, predice:
   Non le tarà sì bella sepoltura
   La vipera, che i Milanesi accampa, Come avria fatto il Gallo

  •    MANDAMENTI E COMUNI DEL CIRCONDARIO DI TEMPIO PAUSANIA
       appartenenti al distretto militare di sassari
       Mandamento di TEMPIO PAUSANIA (comprende il solo Comune di Tempro Pausania). — Territorio vasto e montuoso, non senza pianure, bagnato dai due fiumi Termo o Coyhinas e Caranu, non che da rivi numerosi. 11 territorio è generalmente fertile, ma l'agricoltura non è oggetto di sufficienti cure; ero non di meno se ne ottengono legumi, patate, frutta e sughero. Assai più rilevanti sono i prodotti che si ritraggono dalla coltivazione di una grande quantità di viti, dalla pastorizia e dall'apicoltura; ed infatti si esportano di là vino, miele, cera, lane, pelli, cuoi, capi di bestiame e formaggi, lardo e salati.
       Tempio Pausania (11,188 abitanti al 31 dicembre 1881). — Capoluogo della Gallura, sorge a 370 metri d'altezza e vi si arriva dopo percorsi 40 chilometri della ferrovia secondaria che diramasi a Monti dalla linea principale. Situato alle falde della mole del Limbara, gli fanno cerchio a maggiore o minor distanza le eminenze di Bortigiadas e di Aggius, la massa di monte Spina, i monti di PulcMuna, la montagna di Ullana e per ultimo il monte