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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   liuou nerbo di truppe. Nel 1383 la celeberrima Eleonora di Arborea, vincitrice degli Arboresi repubblicani, clic avevano ucciso suo fratello tigone, mosse guerra agli Aragonesi e non depose le armi che nel 1388 quando si verme alle conferenze preliminari per la pace. In quei patti occorre la prima menzione del castello di Lmvjmie, il quale par fosse costruito dalla suddetta Eleonora giusta una lapide marmorea rinvenuta fra le macerie e portala via dagli isolani della Maddalena.
   Lungo sarebbe narrar qui le vicende guerresche del castello di Longone. Ne basti il dire che nel 1422 Francesco Spinola, con una squadra di sette galee, assah Longone, saccheggiò la ricca borgata, che vi fioriva vicino e trasporto in Genova un ingente bottino. Alfonso re d'Aragona, stanco oramai delle spese che gli costava il castello, ne ordinava la demolizione, la quale fn eseguila nel 1423 non senza che vi rimanessero ruderi in gran numero. Caduto il castello, scompariva con esso la popolazione numerosa ed attiva del sobborgo.
   Nel 1803 il viceré Carlo Felice aveva autorizzato la costruzione di alcune case presso la torre di Longosardo. Il marchese di Viilarnarina e il cav. Pietro Cabras-Misorro, possessori di estesi terreni in quella località, ne accordarono gratuitamente l'uso ai pastori di quei dintorni, che vi si stabilissero. Cinque anni dopo un nucleo di case accoglieva una popolazione discreta, per modo che il re Vittorio Emanuele I la faceva erigere in Comune e le dava il nome della sua consorte, Maria Teresa d'Austria, Nominato comandante il savoiardo Magnon, questi accordò facilitazioni a quanti bramavano abitarvi, incoraggiando la popolazione a sempre più progredire. Disgraziatamente egli moriva assassinalo da un pastore, che si riteneva leso nella sua proprietà.
   Coli, elett, Tempio Pausania — Dioc. Castel Sardo — P* T. e Scalo marittimo.
   Mandamento di TERRANOVA PAUSANIA (comprende il solo Comune di Terranova Pausania). — Questo estesissimo territorio è in gran parte montuoso. Si notano tra le sue altezze il monte Pino, continuazione della catena dell' Uliana, che già fu folta selva di pini; il monte Plebi, continuazione dell'altro, che copre il capoluogo a maestro; il monte Santa Maria, che fa seguito al Plebi; la catena dei colli Testi, i inolili del Ceraso e i monti che si diramano nel nodo del monte Ittia. Abbondano le sorgenti alle falde di questi monti. La parie piana del territorio si stende a maestro e ponente, a libeccio, ostro e scirocco. Il territorio è molto fertile per cereali.
   Terranova Pausania (3553 ab.). — Siede sopra una sporgenza del suolo, nel centro del porto, con le case ancora comprese nella linea delle antiche mura, che formavano nel medioevo il castello, detto anch'esso di Terranova.
   Descriviamo prima rapidamente il litorale importante co' suoi seni e le sue isole dal capo Figari al capo Coda Cavallo, Il capo Figari, notissimo ai naviganti, piegando verso scirocco, forma un gran seno detto Golfo degli Aranci, ove fu proposto di stabilire un porto con relativa popolazione. Le navi ricoverate in esso — fu detto in appoggio della proposta—rimarrebbero al sicuro dai venti, perchè non v'ha alcuna traversìa per la difesa del promontorio dai venti, che spirano fra la tramontana e lo scirocco-levante, per l'isola di Tavolara e dalle altre isole per la conformazione del litorale.
   Sul luogo, in cui stabilire il porto e la nuova popolazione, furono messi innanzi due progetli: uno del generale Alberto Della Marmora che lo voleva sulla sponda declive del promontorio verso libeccio col nome di Nova Olbia, l'altro del Genio marittimo, che lo collocò sopra un promontorio incontro a scirocco detto Conca Cadinas. Il Golfo degli Aranci è ora un centro attivissimo di navigazione collegalo dalla ferrata a Terranova Pausania, con stazione ferroviaria e ufficio telegrafico.
   Lungo la costa del detto seno, all'imboccatura del porto di Terranova, son varii seni e promontori, dei quali il più notevole è quello detto della Lepre.