l'arte Quinta — Italia Insulare
V. — Fiumi,
Glie meglio si avrebbero a dire torrenti; dei quali i pia notevoli sono i seguenti: 1° 11 Colo, che nasce nel inorile Tuia e, dopo ricevute le acque delPAsco, d'-l 'Cartagine, del Gasaluiiga e di altri piccoli rivi, va a mettere foce nel Tirreno a 20 chilometri a sud da Bastia, 11 Golo bagnava anticamente la precitata città di Mariana di cui parla Tolomeo. — 2° 11 Tavignano, che sgorga dal lago Ino, s'ingrossa con le acque tributarie della Postonica, presso Corte, e quindi, con quelle del Vecchio, del Corsigliele e del Tagnone, bagna le rovine dell'antica città d'Aleria e mette foce nel Mediterraneo. — 3° Il Liamone, che scaturisce sul monte Botto nella selva del Colto, corre verso libeccio, accoglie le acque del Lonca e del Grosso e vuotasi in mare presso il golfo dì Sagoma.
Verso l'est dell'isola altri piccoli fiumi fra i quali i seguenti: il Bcvinco, che ha le fonti sul monte Tenda e si versa nello stagno di Bigtiglia; il Fiumalto che sorge nello stesso monto Tenda e scaricasi in mare presso San Pellegrino; il Fiumorho che nasce nel monte Verde e per ultimo il Sollemara che forma il confine fra il circondario di Corte e quello di Sa rióne. Altri rivi in varie parti dell'isola bagnano amene e fertili valli
VI. — Stagni salsi e laghi d'acqua dolce
Fra i primi sono da ricordare i seguenti: quello di Diana, già porto dell'antica colonia e città greca di Aleria; quello di Chiurlino, antico porto di Biguglia; di Urbino nella pianura di Aleria; di Falò in quella di Fiumorbo; di Bulistro nel golfo di Santa Manza e di Tarano presso il fiume omonimo.
Molti laghetti d'acqua dolce nella regione occidentale, o Banda di Fuori, dell'isola, racchiusi, come abbiamo visto, in conche o bacini granitici e porfirici, e dei quali il più ampio alle falde del monte Rotondo da cui piglia il nome; vi ha la fonte il torrente Vecchio.
Men ampio del lago Rotondo ma in situazione più amena è il lago Ino sull'altopiano del Campo-Tile, con sponde erbose e fiorite in primavera. Dalle sue acque profonde, limpide e copiose di trote squisite formasi il predetto fiume Tavignano.
Contrasta con esso il lago Creno sul medesimo pianoro, così detto da un vocabolo greco che significa oscuro, qual è in effetto per le ombre che vi gittano su gli alberi secolari che lo circondano. Nell'estate è il ritrovo di un gran numero d'uccelli e di oche selvatiche che corrono alla frescura e scendono poi, ai primi freddi, alle pianure sottostanti
Nel monte Pinoso sono ancora altri laghetti: il Rivo superiore e inferiore fra buoni pascoli, il Bastoni, il Vetelacca e il Bracco, spesso gelato.
VII — Geologia e Mineralogia,
La Corsica non ha vestigia di formazioni vulcaniche, ha bensì molte caverne nel calcare a San Bonifacio, come quelle di Sant'Antonio, San Bartolomeo e la Grotta dei Dragoni con una gran sala circolare. Nella parte ovest il terreno è granitico e calcare e scistoso nella parte est. Le ampie pianure delle due antiche colonie e città di Mariano e Aleria, che occupano gran parte del litorale est, furono formate dalle alluvioni e dalle correnti diluviane.
Puossi anche considerare la Corsica come composta di terreni primitivi, secondarli e terziarii. I primi occupano la parte ovest e sud e sono quasi tutti granitici ma intercalati di roccie euritiche, di porfido e di diaspro quali le montagne del Niolo. Dal capo Corso al Fiumorbo terreni intermediarii o secondarii, composti