m l'arie Quinta — Italia Insulare
che tre gruppi di foreste veramente belle: quello dell'alta Jialwjna nel nord-ovest; quello di Valdoniello e di Aitone sui pendii occidentali di morite Rotondo, e la Barella nelle montagne che ergonsi a ovest di Sartène.
Sopra la zona foresi ale verdeggiano nudi pascoli iri cui sfarnansi, nell'estate, i montoni e le capre, ed ergonsi roccie in cui nascendosi ancora qua e là il muflone, animale di un'agilità veramente prodigiosa, che incontrasi anche in Sardegna e nell'isola di Cipro.
Gli ulivi rivestono in selve le colline basse del litorale contrastando col loro fogliame argentato con la cupa verzura dei castagni che sorgono più in alto sulle montagne e più oltre nell'interno del paese. La regione più rinomata degli uliveti è quella della Balagua che declina verso Calvi sul piovente nord-ovest dell'isola: gli alberi di codesta regione, signoreggiata dall'alto di un picco dal villaggio denominato a buon diritto Belgodere, hanno fama dei più belli dei paesi mediterranei e di essere i più resistenti al freddo.
Sul piovente opposto della monlagna dal lato di Bastia, un'altra valle racchiude uno dei grandi castagneti della Corsica e in verun luogo rinvengonsi fusti più superbi e rami più folli di foglie. Le castagne sono in certi distretti dell'isola l'elemento più importante dell'alimentazioni: e sollevano gli abitanti, indolenti per natura, dai lavori faticosi dei campi.
Grandi piantagioni di tabacco furono fatte ad Ajaccio, a Sartòne, a Cervione, a Vescovato, e il conte senatore Casablanca aveva ottenuto dal governo francese l'invio in Corsica dì parecchi impiegati per dirigere e perfezionare codesta coltura; ma la mancanza di braccia durante il raccolto, che coincide con quello dei cereali, fece sì che vennero meno i risultati sperati.
Floridissima la coltivazione della vite, ma poco accurata la fabbricazione del vino, quantunque l'eccellenza dell'uva sia tale da reggere al paragone delle migliori della Francia e della Spagna. I territori)', di Cervione e di Corte principalmente, danno un vino non guari inferiore a quello di Bordò. I vini più prelibati sono quelli di Sartòne, di Santa Lucia di Tollaro, di Sari d'Urcino; e il moscato di capo Corso si può paragonare ai migliori del continente.
Numerosissimi e feracissimi gli alberi da frutta eccellenti e non bisognevoli di coltivazione. Il pomo, ii pero, il nocciuolo crescono naturalmente in mezzo alle macchie sol che s'innestino. Prodigioso il raccolto delle mele nel Cantone di Pero e quello delle pere nel Cantone di Borgo.
Il limone e l'arancio ergonsi a grandi altezze e i loro prodotti non la cedono a quelli del Portogallo e della Sicilia. Di questi, coin'anco dei cedri, si fa un'attiva esportazione, come da Ajaccio, Calvi, ecc., esportansi molti flutti secchi in Italia ed in Francia. Ottimi la canapa e il lino, e nei luoghi caldi ed umidi coltivasi anche il cotone. Raccolgonsi anche bozzoli che smerciami a Marsiglia e in Italia, potassa, robbia ed erbe tintorie.
Il larice è l'ornamento delle selve principalmente a Sardaniello e Marmano. Il suo legname è eccellente così per l'arte del falegname come per le costruzioni naval e se ne ricavano begli alberi per navi. In alcune montagne si fabbrica anche catrame.
Ad eccezione dell'avena, che non si coltiva, raccolgonsi cereali a sufficienza, eoll'aiuto però dei Lucchesi che traggono ogni anno in numero d ben 10,000 nell'isola a compiervi i lavori ai quali i Corsi hanno poco o punto inclinazione. I cereali non occupano che 80,000 ettari. Il grano dà persino il 30 e il granturco il 100 per cento. Il contadino e il popolano corso cibami comunemente di castagne e solo raramente di pane di frumento. Raccolgonsi annualmente 300,000 ettolitri di vino sopra una superficie di 14,150 ettari, e in media 200.000 ettolitri d'olio in una superficie di 10,000 ettari.