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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Corsica
   -VI 5
   I Corsi allora ricorsero a Paoli Giacinto e al figlio Pasquale, il celebre eroe della Corsica. Il primo (nato nel 1702 a Bastia, morto a Napoli nel 1768, ov'erasi ricoverato) inviò nel 1755 il figlio (nato nel 1726 a Morosaglia) in Corsica ove fu eletto capitano generale a capo di un governo democratico. Egli ordinò la amministrazione, creo mi esercito regolare, fondò un'università a Corte, represse il barbaro costume della Vendetta e respinse i Genovesi sino alla costa, ove non rimasero loro che quattro città, si che dovettero chiedere aiuto alla Francia. Ma, perduta la speranza di riconquistare l'isola indomabile, la cederono, nel trattato di Gompiògne nel 176S, alla Francia. In questo trattato il re di Francia si obbligava a sottomettere i Corsi e a governar l'isola sino a tanto che la Bepubblica di Genova lo rimborsasse delle spese della guerra.
   La Francia credeva di poter sottomettere facilmente la Corsica, ma il Paoli, incuorato dalla speranza dell'appoggio dell'Inghilterra, oppose una strenua e validissima resistenza. 11 re di Francia esasperato inviò in Corsica ben 30,000 uomini sotto il comando del maresciallo di Vaux, mentre l'Inghilterra se ne rimaneva con le mani alla cintola e i Corsi stessi ralfiepidirorisi, si che il Paoli rinunciò alla resistenza, e riparò nel giugno del 1768 in Inghilterra. La piccola guerra nelle montagne continuò però sino al 1774.
   Durante la Rivoluzione francese la Corsica fu incorporata alla Francia rome dipartimento il quale inviò i suoi deputati alla Convenzione. Anche il Paoli allora rimpatriò. Citato durante il Terrore a comparire a Parigi, prevedendo la sua morte, fece un appello al popolo sotto l'antica bandiera corsa (una testa di moro) e, con l'aiuto degli Inglesi, sbarcali il 18 febbraio 1794, conquistò, ;1 22 maggio, Bastia, e il 4 agosto, Calvi, dopo di che la Corsica, in un'assemblea generale dei deputali a Corte si diede, il 18 giugno del 1794, all'Inghilterra.
   L'isola fu costituita in regno, con una costituzione modellata sull'inglese, un parlamento speciale come in Irlanda ed un viceré. Ma molti Corsi erano avversi agli Inglesi e il partilo francese sotto il generale Gentili si andò sempre più allargando dall'ottobre del 1796 nell'isola, tinche, sbarcati da Livorno i Francesi, gl'Inglesi si videro costretti a sgombrare nel medesimo anno. D'allora in poi la Corsica rimase sempre francese.
   Nel secolo nostro la tranquillità regnò in Corsica ove si tolga una sommossa parziale nelle montagne soffocata nel sangue dal generale francese Morand inviatovi da Napoleone I.
   Nel 1815 Gioacchino Murat, cacciato dal trono di Napoli, si rifugiò in Corsica, e pose stanza a Vescovato, bene accetto ai Corsi, i quali volevano, dicesi, eleggerlo re, ma egli preferì tentare il riacquisto del suo trono di Napoli, e salpò dalla Corsica con 6 barche e 150 Corsi sotto il comando del loro generale Franccschctti. Fu preso e fucilato a Pizzo di Calabria nell'ottobre del 1815.
   Sotto il secondo Impero francese la Corsica fu favorita da Napoleone III il quale assunse ad alte dignità non pochi Corsi, fra gli altri Rodolfo d'Ornano, Pietri, Benedetti, di cui diremo qui sotto.
   XVI. — Uomini illustri.
   Se la Corsica non avesse dati i natali che ad un sol uomo, a Napoleone ii Grande, ciò basterebbe, non che a quella di una piccola isola, alla gloria di un mondo. Ma altri illustri personaggi, comecché infinitamente inferiori a quell'astro maggiore dell'istoria moderna, nacquero in quell'isola, fra ì quali i seguenti:
   Del Sampiero di Bastelica, del Gaffori e del Paoli già abbiani tocco nei Cenni storici. A questi insigni patrioti aggiungeremo qui il generale conte Cristoforo
   138 — L.s Patria, voi. V.