l'arte Quinta — Italia Insulare
L'isola Cornino, fra Gozzo e Malia, lunga ti chilometri e larga 2, che separa lo stretto in canali nord e sud, ha anch'essa sulla punta sud-est una batteria ed appartiene ad un sol proprietario, che chiamasi perciò Conte 'palatolo di Comi)to. Anche Cornino par sia statu divelta a forza da Malta come Gozzo. In vicinanza a ovest ergesi lo scoglio Corninolie a est dello stretto è il lhdVs liunk o Banco di Ball, fondo soltanto da 15 a 20 metri.
Cenni storici.
Malta (Ms).iVo o Melila) fu, al dir di Diodoro (v, 12), occupata in tempi remotissimi chi una colonia fenicia. La data 6 incerta affatto, e la più parte degli scrittori posteriori, fra cui Scillace e Stefano Bizantino, la dicono uno stabilimento cartaginese, ina non v'è dubbio che Diodoro si appone al vero descrivendola come fenicia in origine, quale emporio e porto di rifugio nei lunghi viaggi verso ovest di quel gran popolo navigatore.
Non v'ha traccia nell'istoria che Melila cadesse mai in mano ai Greci di Sicilia, quantunque le sue monete del pari che le iscrizioni indichino ch'essa ebbe una forte tintura di civiltà greca; e in un periodo posteriore par fosse ellenizzata in gran parte. Alcune delle suddette iscrizioni accennano ad una stretta connessione con Siracusa particolarmente, ina dell'origine e della natura di essa non abbiamo notizia.
Nella prima Guerra Punica noi troviamo Melila sempre in potere dei Cartaginesi ; e, quantunque devastata nel 257 av. C. da una squadra romana sotto Attilio Regolo, non pare che essa cadesse permanentemente in mano dei Romani.
Allo scoppio della seconda Guerra Punica era occupala da una guarnigione cartaginese sotto Amilcare, figliuol di Giscone, il quale dovette cederla però a Tiberio Sempronio con una squadra romana nel 218 av. C. (Liv., xxi, 51) e d'allora in poi rimase senza intermissione sotto il dominio dei Romani, i quali l'annessero alla provincia di Sicilia, e la sottomisero al governo del pretore di quell'isola.
Durante il periodo in cui il Mediterraneo fu devastato dai corsari della Cincia (l'Asia Minore antica), Melita fu il loro ricovero favorito e vi posero spesso i loro quartieri d, inverno (Gic., \rerr., iv, 4G, 47). Ciò non di manco, par fosse, ai tempi di Cicerone, in florida condizione e durante i periodi dei torbidi civili il grande oratore vagheggiò il disegno di ritirarvisi in una specie di esilio volontario (Cic., ad Alt., m, 4, ecc.).
Gir abitanti di Malia andavano rinomati in quel periodo per la ioro perizia nel tessere una specie di tela di cotone, che par fosse di grand'uso in Roma e nota generalmente sotto il nome di veslis Melitensis (Cic., Verr., ir, 72, ecc.). Non ha dubbio che questo tessuto fabbricavasi col cotone che è sempre il prodotto principale dell'isola.
A Malta naufragò, nel 58 dell'era nostra, l'apostolo S. Paolo, il quale vi aveva già fondato, secondo la tradizione, una chiesa o comunità cristiana e ancor si mostra la grotta, in cui sostò nella cosidetta Baia di San Paolo.
Nel 454 Malta fu conquistata dai Vandali, nel 494 dai Goti, nel 533 dai Bizantini, sotto Belisario, e nell'870 degli Arabi, che la chiamarono Mallache, e la possedettero, con una breve interruzione, sino al 1090, nel qua! anno fu presa dai Normanni siciliani e congiunta qual marchesato alla Sicilia, di cui divise la sorte sino al 1530.
Carlo V in quell'anno la regalò, con le vicine isole. all'Ordine dei Gioanniti, che prese allora il nome di Ordine di Malta qual feudo del reame di Sicilia.
Bonaparte se ne impadronì, nella sua spedizione in Egitto del 179S, per tradimento e senza resistenza mentre era governata dal granmastro D'Hompesch; ma la guarnigione fu costretta ad arrendersi nel 1800 agli Inglesi, nel cui potere l'isola è rimasta poi sempre e che, come abbiam visto, la trasformarono in una formidabile fortezza in mezzo al mare Mediterraneo.