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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'art* Quinta — Italia Insulari»
   7. Penisole. — Come degli stretti, il Mediterraneo si può anche chiamare il Mur delle Penisole. La penisola è la l'orma caratteristica delle regioni mediterranee. Ciascuna delle tre parti del inondo, Europa, Asia ed Africa, assume nel Mediterraneo codesta forma, ognuna in attinenza alla forma caratteristica sua propria. Tutte e tre si sforzano di presentare la maggior possibile varietà, la struttili;! possibilmente più ricca cosi nella pianta come nd prillilo, di chiudere al mare liei pili e belle baie, vale a dire di atteggiarsi nel modo più favori vole allo sviluppo «ielPuiiiana cultura
   Ciascuna delle tre penìsole meridionali d'I urapa li» il suo proprio cai attere e sembra apparecchiata all'adempimento di un ufiieio suo proprio. La penisola Greco-Slava, tome apparisce dàlia sua forma e dalle due grandi vie additate dalla natura, collega l'Europa e persino l'Europa centrale all'Asia.
   E ciò si manifesta anche maggiormente per la Grecia, la quale guarda a est e verso estschiudonsi le sue baie, i suoi porti, a est guidano le sue penisole e le sue isole, mentre la fenditura centrale dei golii Salonicco e Corinzio collega il lato orientale più favorito eoll'occidente.
   Il lato occidentale della Grecia si è sviluppato assai più tardi ed ha sempre rappresentato una parte subordinata nell'istoria e nella cultura. Le montagne, che ergonsi ri gran parte ripide, dalle coste frapponendo ostacolo al coiniucrcio terrestre, respinsero l'uomo al mare ; t porti numerosi e sicuri, le isole sparse vagamente «piasi in ogni dove nell'orizzonte del paesaggio ellenico ve Io adescarono ed alleviarono i primi passi sull'infido elemento, le cui onde, poderose nell'Oceano senz'isolo e nelle cui lontananze acqua e cielo corifondonsi, sgomentavano gli uomini pi imiti*
   La nostra Italia per contro guarda a ovest 11 suo lato orientale stendesi quasi in linea retta, senza baie, senza porti, senza corredo insulare in monotonia infinita, laddove nel lato occidentale mettono foce i fiumi maggiori del In penisola; golii superbi e promontorii pittoreschi in seguito s'alternano; isolette incantevoli invitano al mare azzurro, alle grandi isole, alle coste della Gallia e della Spagna, le quali furou perciò soggette a lìoma prima dell'Oriente ed hanno conservato sino al di d'oggi vestigia profonde della romanità e della lingua romana.
   Solo dopo essere giunta ad un grado maggiore di sviluppo potè l'Italia entrare in relazione col mondo orientale mediante i porti eccellenti di Brindisi e di Taranto, il golfo di Taranto e la .Magna Grecia, per mezzo della quale I Italia ricevè la prima cultura dall'Oriente. .Ma in pari tempo l'Italia è anche un ponte dall'orlo settentilonale all'orlo meridionale del bacino mediterraneo; essa è intermedia fra questi due come fra il bacino orientale e l'occidentale; quindi la sua situazione dominante, per cui avevano ben ragione i Romani di chiamare il .Mediterraneo Mare nostrum.
   Di tutt'altra natura e rassomigliante piuttosto all'Asia .Minore è la penisola Iberica. Altipiano poderoso, con coste chiuse e nun ricche di porti, giace essa fra l'Oceano e il Mediterraneo; ma troppo ampia e frapponente troppi ostacoli al commercio le sue due spiaggie non vennero mai in istretta relazione fra di loro.
   Assai più importante è questa penisola come ponte fra l'Europa e l'Africa, con la qual'ultima la natura del suo suolo, e il suo clima segnatamente, offrono notevoli analogie. Ciò attestano principalmente le vicende storiche. Sede, nei tempi arabi, di una civiltà maomettana sviluppata in sommo grado, di là più ancora che dalla Sicilia — che rappresentò una parte mediatrice consimile -— l'Europa medioevale ricevette una potente influenza.
   Ma solo verso la fine del medioevo giacque la penisola Iberica, il Portogallo principalmente, sulla estremità del mondo d'allora con dinnanzi a sè I Oceano interminabile, che i suoi abitanti non si attentavano di navigare. Solo nel Mediterraneo — in Catalogna — fiori la nautica nel medioevo, ed assai lentamente Spagiiuoli e Portoghesi furono in essa addestrati da ammiragli, capitani, costruttori navali, ecc., chiamati dall Italia.
   Quando il conte Enrico di Portogallo volle imprendere, nel 1103, una crociata dovette servirsi di navi genovesi e. solo quando, nel secolo Xlll, gli Italiani cominciarono a commerciare direttamente con le Fiandre e l'Inghilterra, il porlo di Lisbona incominciò ad animarsi. Allora soltanto i Portoghesi uscirono dal loro isolamento sull'orlo dell'Oceano e presero anch'essi, benché lentamente e timidamente, ad avventurarsi sul mare quali inesperti scolari degli Italiani.
   Per dimostrare il merito degli Italiani, quali maestri di tutte le nazioni nell'arte navigatoria, Lasti il dire che un italiano — Cristoforo Colombo — al servizio della Spagna, scopri il Nuovo