I Mari d'Italia
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Mondo, denominato da un altro iluliaito — Amerigo Yespueci — che primo leggiadramente il descrisse nelle sue lettere pubblicate nel 1507 a San Die da Martino Ilylaeoinylus col titolo: Cosmo-gruphiae Inlroductio, ecc.
Ma questi due italiani scalzarono con ciò la grandezza della loro propria patria; essi introdussero eolle loro scoperte un cambiamento radicale nella situazione delle grandi vie commerciali e del focolare del commercio mondiale, convertendo il Mediterraneo in un mare di mezzo, o mare interno. D'allora in poi l'Oceano Atlantico ha rappresentato ogni di più nel mondo ingrandito quella parte elio il Mediterraneo aveva rappresentato sino allora nel mondo ristretto. Ma quest'ultimo non è però scaduto, al contrario esso ha riacquistato ai di nostri l'antica importanza commerciale accresciuta dalla politica. Dopo il taglio dell'istmo di Suez esso è ridivenuto più che mai la gran via del commercio mondiale.
Delle isole del Mediterraneo abbiamo trattato abbastanza ncl!7/«/i« Insulare. Aggiungeremo qui soltanto che secondo 1 lavori e nelle misurazioni dell'ammiraglio inglese Smytli — della cui opera classica sul Mediterraneo parleremo più avanti — la Sicilia fu riconosciuta vn poco più piccola della Sardegna. La Corsica non viene che al sesto grado dopo la Sardegna, la Sicilia, Creta, Cipro e l'Eubea o Negroponte.
8. Venti dominanti nel Medili'milieu e la Malaria. — I principali sono . il vento d'ovest, il maestrale, lo scirocco, il levante, la bora, il libeccio, la tramontana, ecc. Dominatori dei mari, i venti non offrono nel Mediterraneo quella costanza, elle ha fallo dare a molti movimenti atmosferici sopra il grande Oceano il nome di venti regolari e di venti periodici.
Secondo la costituzione generale dell'Europa il vento d'ovest parrebbe avesse a dominare sul Mediterraneo; ma i grandi calori dei deserti dell'Africa, dell'Egitto, dell'Arabia e della Persia generano nell'atmosfera di codeste regioni una corrente ascendente, che vie» surrogata dagli strati d'aria piti freddi che riposano sull'Europa meridionale. Quindi una traslazione incessante delle masse d'aria europea verso il sud sopra il Mediterraneo.
Prima della navigazione a vapore era assai ditlieile abbandonare le coste del Marocco, dell'Algeria e della Mauritania per risalire verso l'Europa. La traversata da Marsiglia ad Alessandria era sette od otto volte più agevole del ritorno in Francia.
Secondo l'osservazione del maresciallo Marmont, l'Egitto par falto per essere conquistato. Cesare e Napoleone vi sono discesi a gonfie vele, uno dal bacino orientale, l'altro dal bacino occidentale del Mediterraneo. Come non liavvi verità assoluta, noi diremo che queste stesse correnti d'aria assicuravano, ai pirati del Marocco, d'Algeri e di Tunisi, un'impunità che conservarono ancora 300 anni dopo Carlo V, il cui grande ammiraglio Andrea Doria usava dire, parlando del .Mediterraneo: Non vi sono che tre porti sicuri m questo mare : giugno, luglio e Cartagena.
Se il vento d'ovest e >1 vento del nord spirassero alternamente sul Mediterraneo, la navigazione a vela potrebbe trar partito da queste diverse direzioni ; ma accade quasi sempre che questi due venti spirino nell'istesso tempo e ne risulti un vento di nord-ovest. In parecchie parti del Mediterraneo, principalmente nelle proviueie Illiriche, scende dalle Alpi Giulie un vento nord-est invernale detto Bora, il quale, senza sintomi precursori, scoppia improvvisamente e con gran violenza terra terra, sconvolge le masse nevose e trascina uomini ed animali Codesto vento impetuoso e gelato infesta spesso l'intiero litorale e le eoste istriane sino a Trieste.
Anche i venti etesii (noine dato dagli antichi Greci ai venti alisei) sono un flagello sotto il bel clima di Costantinopoli. La eosta sud della Crimea, che ne è schermita dalla catena prolungata del Caucaso, par offra uno dei più bei climi del mondo per la salubrità, per la mitezza delle stagioni e per l'abbondanza dei prodotti della terra, mentre la parte, settentrionale, sferzata da queste correnti d'aria implacabili, non offre, come la parte meridionale della Russia, che steppe senza vegetazione arborescente.
Per un effetto singolare di riparo locale mentre la parte meridionale del mar Nero va soggetta alle tempeste, che proeaeciaronle dai Greci il nome di Pont-Axin (I'ontus Euxinus, ossia Mare inospitale), la parte settentrionale è relativamente ealma e sicura.