Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (437/471)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (437/471)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   I Mari d'Italia
   4-45
   fi nota infatti da lungo tempo la forte corrente che, interrotta appena transitoriamente dai venti d'est costanti, entra del continuo dall'Oceano nel Mediterraneo; ma era difficile spiegare come il Mediterraneo — che riceve sempre acqua salsa e non svapora che la dolce — non divenisse sempre più salato e fosse saturo da lungo tempo ili sale. Non trovandosi altresì nel fondo alcun aumento essenziale del contenuto salino, se ne conchiuse che una corrente sottomarina doveva sboccare dal Mediterraneo nell'Oceano, restituendogli in tal modo quasi tutto il sale, In effetto alle due spedizioni inglesi del 1870 e 1871 è venuto fatto dimostrare, per via d'esperimenti meccanici e llsico-cltnnici, l'esistenza di questa sotto-corrente.
   Viceversa a traverso il Bosforo — il quale, con le sue sponde sinuose, si può qualificare un fiume gonfio d'acqua salsa — trae superficialmente e incessantemente acqua dal mar Nero, mentre una sottocorrente «W» ora anch'essa riconosciuta — d'acqua salsa mette capo in esso ed impedisce cosi che la sua acqua rimanga dolce a lungo.
   La corrente suddetta dall'Oceano Atlantico par dia anche l'impulso alle correnti secondarie e locali che rinvengonsi per tutto, comecché deboli in gran parte, nel Mediterraneo. Fise sono più forti lungo la costa settentrionale dell'Africa, ove risalgono ed asportano i sedimenti davanti al delta del Nilo, si che nocciono al seno di Porto Said e cagionano anche inondazioni lungo l'intiera costa della Siria. L'influsso di questa corrente è ancora forte abbastanza per far sì che il viaggio da Gibilterra a Porto Said sia più breve che l'inverso.
   Anche nell'Adriatico settentrionale queste correnti rappresentano una parte importante come quelle che rivolte a nord sulle coste Istriane, le preservano dagli allagamenti e tengono per conseguenza aperti i porti, mentre piegando nella baia di Monfalcone, dirigonsi a sud dinnanzi al delta veneziano ed affondano anche con i sedimenti ilei tinnii a sud sino a Ravenna e più oltre lungo la costa.
   « Le correnti locali più accertate del Mediterraneo, osserva .1 precitato Réclus, sono quelle che portano nel mar Nero le acque del mare d'Azofa traverso lo stretto di Jenikalè, e il soverchio del mar Nero nell'Egeo a traverso lo stretto di Costantinopoli e dei Dardanelli. Noi abbiamo che fare là con veri fiumi. Il Don, che co' suoi liquidi tributi compensa largamente la evaporazione del mare d'Azof, si estende oltre lo stretto di .Jenikalè,; nell'istessa guisa, il Dniester, il Dnieper, il Kuban, il Rioit, i fiumi del piovente settentrionale dell'Asia Minore e soprattutto il Danubio — che versa esso solo nel mar Nero tanta copia d'acqua quanto tutti gli altri affluenti riuniti — devono prolungarsi pel Bosforo e per l'Ellesponto. E la conseguenza necessaria dell'equilibrio delle acque fra i due bacini comunicanti.
   Da canto loro l'Arcipelago e il mar di Mannara rimandano al mar Nero, per mezzo di contro-correnli profonde, una certa quantità d'acqua salsa in cambio dell'acqua dolce che hanno sovrabbondantemente ricevuto : non potrebbesi spiegare altrimenti la salsedine del mar Nero, dacché dai tempi ignoti, in cui codesto mare cessò di essere in comunicazione col Caspio e coll'Oceano Glaciale, le sue acque sarebbero divenute compiutamente dolci a cagione del Danubio e degli altri tributari se un afflusso di acqua salsa più pesante non si effettuasse nella parte profonda dei letti dei Dardanelli e del Bosforo. Un semplice calcolo dimostra che in mille anni gli affluenti del mar Nero l'avrebbero purgata di tutte le sue molecole di sale.
   All'altra estremità del Mediterraneo propriamente detto si osservano fenomeni analoghi. La evaporazione è infatti fortissima in questo mure chiusum, o mar chiuso, che stendesi nel mezzodì dell'Europa, non lungi dalla fornace del Sahara e dal deserto Libico, percorso liberamente dai venti, che ne assorbono i vapori e gli spruzzi delle onde.
   Questa perdita di liquido non può guari essere inferiore a 2 metri d'altezza all'anno. L'acqua restituita dalle pioggie non ragguagliandosi che a mezzo metro, e il tributo annuo degli affluenti arrivando appena all'altezza di 25 centimetri, ne risulta che l'Atlantico dee somministrare annualmente al Mediterraneo uno strato d'acqua di 1 metro almeno, vale a dire a un dipresso un volume liquido superiore ili gran lunga a quello del Rio delle Amazzoni, il maggior fiume del mondo, durante le sue piene.
   Codesto afflusso dell'Oceano, che penetra per lo stretto di Gibilterra, è assai potente e si fa sentire lontano nel Mediterraneo e fors'anco sin sulle coste siciliane. Nelle ore di questo rillusso tutta
   140 — Lu l'alrla, vcl. V.