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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   194 l'arte Quinta — Italia Ir^ularr-
   gelido masse d'acqua potare, son perciò escluse dal Mediterraneo, Noi non possiamo quindi trovare liì nel profondo che le temperature, le quali sono nel verno le più hasse sulla superficie, giacché allora l'acqua fredda più densa e più pesante precipita e comunica la sua temperatura agli strati inferiori.
   Può adunque accadere che l'intiera massa acquea abbia riel verno una temperatura uguale. Nella state, in cui regnano sulla superficie 2t)-28 ( , la diminuzione del calore verso il fondo è rapidissima, dacché già a circa 50 metri trovasi la temperatura, che rimane poi costante sino alla maggiore profondità, vale a dire 12,8 C.
   Per ovvie ragioni la temperatura del bacino sud-est — in cui, per lo stretto di Paatellaria e più ancora pei Dardanelli non possono entrare che strali superficiali — è più alta di quella del bacino nord-ovest. Non vi può quindi essere riel Mediterraneo alcuna corrente verticale, eom'arieo minima è l'orizzontale, le acque del fondo trovami perciò allo stato stagnante.
   12. La fauna, la pesca c le saline ilei Mediterraneo. — Dalla NouveUe Géograpltie Universelle del già citalo insigne geografo Eliseo lìéclus, togliamo quel che segue, che il dir meglio sarebbe impossibile:
   « Un altro fenomeno notabile delle acque profonde del Mediterraneo è la rarità della vita animale. Essa, non ha dubbio, non manca fafieraiitciiie : gli scandagli della nave inglese Pompine e i cavi telegrafici ritirati dal fondo del mare con uri vero carico di crostacei e di polipi, lo hanno dimostrato a sufficienza ; ma ben si può dire, che, al paragone degli abissi dell'Oceano, quelli del Mediterraneo sono veri deserti ».
   Lo scienziato inglese Edoardo Forbes, che esplorò le acque dell'Arcipelago, credè persino che le sue profondità sieuo compiutamente amiche (vale a dire, senza alcun vestigio di vita organica), rna ebbe il torto di voler erigere a leg^e ciò che precisamente non era che un'eccezione. Se gli strati profondi del Mediterraneo sono cosi poveri ili specie animali la cagione si avrebbe, secondo un altro dotto inglese, il Carpenter, a cercare nella grande quantità di detriti organici trasportati dai fiumi. Codesti detriti s'impadronirebbero dell'ossigeno contenuto nell'acqua e sprigionerebbero acido carbonico a detrimento della vita animale: proporzionalmente all'Atlantico il primo di codesti gas trovasi in molti luoghi ridotto al inailo della sua proporzione normale, mentre l'altro è cresciuto della metà.
   Forse anche a questa abbondanza di detriti sospesi vuoisi attribuire la bella tinta azzurra del Mediterraneo paragonata alle acque più cupe dell'Oceano. Codesto azzurro, celebralo a buon diritto dai poeti, non sarebbe altro clic l'impurità delle acque. Le osservazioni comparate del francese Delesse (anno posto in sodo che il fondo del Mediterraneo è, quasi in ogni dove, composto di fanghiglia. Sotto la distesa superficiale delle acque, principalmente nei paraggi vicini alla Sicilia, la vita animale é estremamente abbondante, ma quasi tutte le specie, pesci, crostacei od altre, sono di origine atlantica. Nonostante la sua immensa estensione, il Mediterraneo è, per la fauna, un semplice golfo dell'Oceano Lusitano. La sua disposizione generale nel senso da ovest a est, sotto climi poco diversi gli uni dagli altri, ha agevolato il movimento di migrazione dallo stretto di Gibilterra al mar della Siria. Senonclié la vita è rappresentala da un maggior numero di forme in vicinanza del punto di partenza e gli individui che popolano le acque occidentali sono in media di un volume superiore a quelli dei bacini orientali.
   Dna debolissima proporzione di specie non atlantiche rammenta l'antica congiunzione del Mediterraneo col golfo Arabico e l'Oceano Indiano. Sopra un totale che oltrepassa 800 specie di molluschi ve n'ha soltanto una trentina, i quali invece di entrare nei mari della Grecia e della Sicilia per lo stretto di Gibilterra, vi sona venuti per il canale di Suez, forse nell'epoca pliocenica (depositi terziarii più moderni), quando le sabbie non l'avevano ancor chiuso.
   La diminuzione delle specie in direzione da ovest a est diviene enorme di là delle due chiuse che formano i Dardanelli ed il Bosforo. Il mar Nero infatti differenziasi intieramente dal Mediterraneo propriamente detto per la sua temperatura, f venti di nord-est, che scivolano sulla sua superficie, lo raffreddano a segno di coprirlo alle volle di una leggiera pellicola ghiacciala, che resta alla spiaggia. Il mare d'Azof è spesso scomparso sotto imo strato di ghiaccio fìtto e continuo ; il Ponto Eusino slesso Bfllé intieramente in alcuni anni eccezionali.