I Mari d'Italia
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L'acqua fredda della superficie, mescolata con quella, che recano i grossi fiumi, scende nel profondo del mare e ne abbassa la temperatura con grave danno della vita animale. Oh echinodermi e i zooliti 11011 mancano intieramente nella fauna del mar Nero; certe classi di molluschi, già relativamente rare nei mari della Siria e nell'Arcipelago, non s'incontrano più nel Ponto Eusino; la proporzione delle specie di molluschi rappresentata vi è minore dei nove decimi. Somigliantemente, i pesci, numerosissimi come individui, non comprendono però che un numero di specie ristrettissimo relativamente al Mediterraneo. Per la sua fauna il mar Nero rassomiglia forse più al Caspio, da cui è ora separato, che ai mari della Grecia, a cui lo rannodano gli stretti di Marinara.
Oltre le specie, di cui il Mediterraneo è divenuto la patria, ve n'ha anche di quelle che si possono considerare quali visitatrici. Tali sono i pescicani che scorazzano i mari della Sicilia e in estate anche della Sardegna meridionale e che incoiitraiisi persino nell'Adriatico e lungo le coste dell'Egitto e della Siria; tali sono anche i grandi cetacei, le balene, le. balenottere, i caccialotti, gli squali, i quali non fanno però guari la loro comparsa che nei paraggi del bacino Tirrenico e divengono più rari di secolo in secolo.
I tonili del Mediterraneo sono anche viaggiatori venuti dalle coste Lusitane. Questi pesci, nuotatori di prima forza, entrano in primavera per lo stretto di Gibilterra, risalgono tutt'intiero il Mediterraneo, fanno il giro del mar Nero e tornano in autunno nell'Atlantico dopo compiuta la loro migrazione di 9000 chilometri. Credono i pescatori che i tonni percorrano i mari in tre grandi schiere e che quella di mezzo, la quale vieti vagando lungo le-coste del Tirreno, si componga degli individui più grossi e più vigorosi. Ad ogni modo, ogni gruppo sembra composto d'individui della stessa età, nuotanti di conserva in greggi immensi che uiun pastore del mare protegge contro nemici innumerevoli. I delfini ed altri pesci predaci li inseguitilo accanitamente, ina l'uomo n'ò sempre il grande distruttore.
Lungo le coste della Sicilia, della Sardegna, del Napoletano, della Provenza e della Spagna, un gran numero di baie sono occupale, nell'estate, dalle tonnare, enormi cinte di reti racchiudenti uno spazio di parecchi chilometri e restringentisi a poco a poco intorno ai tonni prigionieri; i quali passano di rete in rete e finiscono per entrare nella camera della morte (o della mattanza), il cui mobile pavimento sollevasi sotto di essi per consegnargli all'eccidio.
A milioni di chilogrammi ragguagliansi le masse di carni sanguinanti che i pescatori ritraggono dai loro macelli galleggianti, e non -pertanto i tonni viaggiatori tornano in folla ogni anno sulle spiaggie usate e fatali. Probabilmente sono un cotal po'diminuiti, ma ai dì nostri, come or la 25 secoli, colmano ancora, eoi loro banchi serrati, il Corno d'Oro di Costati nàpoli e tanti altri seni di mare, ove. furono veduti dagli antichi naturalisti greci.
Oltre la pesca del tonno, quella delle sardelle e delle acciughe, per mettere sott'olio o salare, è di una vera importanza economica (1).
Lungo le coste — italiane principalmente — i cosi detti frutti di mure, i ricci, le ostriche, le patelle, le arselle, ecc., contribuiscono anche per molta parte ali alimentazione dei litoranei; ma il Mediterraneo non ha paraggi in cui la vita animale sovrabbondi in quantità si prodigiosa come sui banchi di Terranuova e nelle coste del Portogallo e delle Canarie nell'Atlantico.
Una gran parte dei battelli pescherecci attende non a pescare pesce, ma a raccogliere oggetti di abbigliamento e ili toeletta. Non si pesca più la conchiglia della porpora sulle coste della Fenicia, del Peloponneso e della Magna Grecia, ma centinaia di barche sono sempre occupate, nella bella stagione, le une alla ricerca del corallo e le altre alla ricerca delle spugne.
(1) Secondo i tedeschi Bottoeu e Petermann, che trattarono ex-professo, e non incidentalmente soltanto, come il Réclus, del Mediterraneo, questo mare possiede 440 specie di pesci, mentre nelle coste inglesi non se ne conoscono che 216 e 179 nelle norvegesi ; ma poche soltanto di codeste specie hanno molto valore. Circa 40 soltanto hanno sapore squisito, ed altre 00 servono ancora di pascolo alle classi inferiori; il rimanente vai quasi nulla e il Mediterraneo non basta a provveder di pesce i suoi Stali litoranei. Esso possiede inoltre più di 600 specie di animali conchigliacei e croslacei, mentre il mare Germanico non ne ha che 401); ma i banchi di ostriche sono in esso assai più esleai che nel Mediterraneo.