Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (443/471)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (443/471)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   I Mari d'Italia
   •4311
   Tutto contribuì a far (lei Mediterraneo la eulla del eoininereio europeo. Ora elle sono i cambi, sotto un certo aspetto, se non l'incontrarsi dei popoli sopra un terreno neutrale di pace e di libertà, se non la luce che irraggia gli spiriti mediante la comunicazione delle idee? Ogni forma del litorale, che favoreggia le relazioni di popolo a popolo, ha per ciò appunto cooperato allo sviluppo della civiltà. Osservando le isole numerose dell'Egeo, le frangie di penisole che le contornano e le stesse grandi penisole —¦ il Peloponneso, l'Italia, la Spagna — le si paragonano naturalmente a quelle pieghe del cervello, in cui si elabora il pensiero umano.
   La marcia della civiltà si e effettuata per lungo tempo seguendo la direzione dal sud-est al nordovest la Fenicia, la Grecia, 1 Italia, la Francia furono successivamente i grandi focolari dell'umana intelligenza. La ragione principale di questo fenomeno storico rinviensi nella eonfignrazione stessa del mare, che ha servito di veicolo ai popoli in movimento; l'asse dell'imb iliinento, se cosi è lecito esprimersi, si è confuso eoll'asse centrale del Mediterraneo dalle aeque della Siria al golfo del Leone.
   Ma dopo ehe l'Europa ha cessato di avere il suo centro unico di gravitazione nel mondo mediterraneo e ehe il crescente commercio attira le sue navi verso le due Americhe e l'estremo Oriente, il movimento generale della civiltà inni ha più la suddetta marcia ri informe dal sud-est al nord-ovest; esso irraggia piuttosto in ogni senso. Se si avessero ad indicare le correnti principali, bisognerebbe segnalare quelle che pigliano le mosse dall'Inghilterra e dall' Mlemagna verso l'America del Nord e dei paesi latinizzati d'Europa verso l'America del Sud. Queste due correnti continuano a dirigersi all'occidente, ma piegano ambedue verso il mezzodì. Il clima, la forma dei continenti, la distribuzione dei mari hanno reso necessario questo cambiamento di direzione nel movimento generale delle nazioni.
   Sono interessanti le alternazioni nella storia del Mediterraneo. Finché questo mare interno rimase la gran via di comunicazione dei popoli, le repubbliche mercantili non pensarono che a prolungarla all'Oriente con vie battute da carovane e tracciate in direzione del golfo Persico, delle Indie e della Cina. Nel medio evo gli stabilimenti genovesi contornavano le sponde ilei mar Nero e continuavano nella Transcaucasia sino al Caspio. 1 viaggiatori europei — gli Italiani principalmente — praticavano le strade dell'Asia Minore e molti itiiierarii, non più noti a' ili nostri, erano frequentati a quel tempo. Da cinquecent'ariiii il dominio commerciale si è ristretto nell Asia Centrale e le relazioni di popolo a popolo m sono divenute più ditlici'.i
   Gli è che nell'intervallo il Mediterraneo ha cessato di essere il gran mare di navigazione. 1 naviganti, liberati dalla paura cagionata dai mari senza colili ni, hanno spinto le loro navi iu tutti i paraggi dell'Oceano. Le vie terrestri, sempre faticose e sparse di pericoli, furono abbandonate; i mercati interniedii dell'Asia Centrale sono divenuti deserti e il Mediterraneo si è trasformato pel commercio iti un vero angiporto.
   Questo stato di cose durò lungo tempo; seiiimché, dopo la metà del secolo nostro, le relazioni cominciarono a riappiccarsi da luogo a luogo e la riconquista del terreno perduto si è compiuta rapidamente.
   Oltre di ciò un grande evento — che potrebbesi qmiliiicare una rivoluzione geologica del pari che commerciale — Ila riaperto un antica porta del Mediterraneo. Senz'esito, non ha guari, verso l'Oriente, codesto mare comunica ora coli'Oceano Indiano per mezzo del eanale di Suez; esso è divenuto la gran via dei piroscafi fra l'Europa occidentale, le Indie e l'Australia. E da sperare che in mi prossimo avvenire altri canali aperti dal mar \ero al Caspio e da questo al lago d'Arai ed ai fiumi dell'Asia Centrale l'Aniur e il Sir-Daria (l'antico Jas.mrtc) permetteranno al commercio marittimo di penetrare direttamente persino nel cuore dell'antico continente.
   Di tal guisa, durante il corso dell'istoria, spostatisi, lungo i mari e sui continenti, i grandi luoghi di convegno che potrebbersi chiamare i punti vitali del pianeta. Purto-Said, eittà improvvisata in una plaga deserta, è divenuto uno de> luoghi in cui converge il movimento degli uomini e delle merci di ogni l'atta, mentre non lungi da esso, sulla costa della Siria, le antiche città regine di Tiro e di Sidone altro più non sono che miseri villaggi, ove cercaiisi indarno gii avanzi di un passato fastoso. Non diversamente peri Cartagine e declinò la grandezza di Venezia, mentre si mantenne quella della sua antica rivale, Genova.
   V