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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Quinta — Italia Insulare
   GÌ'insabbiamenti ilei litorale, l'uso di bastimenti as«ai più grandi 'li quelli degli antichi, i cambiamenti politici d'ogni specie, la perdita della libertà, le distruzioni violenti hanno soppresso molti punti vitali delle spiaggie mediterranee ; ma quasi in ogni dove il porto distrutto si è riaperto in vicinanza, ovvero parecchi porti di secondo ordine ne hanno preso il posto. La maggior parte delle grandi vie commerciali hanno conservato la loro prima direzione e nei medesimi paraggi Irovansi i loro raccorda menti e i loro scali.
   D'altra parte, certi punti sono luoghi di passaggio o di convegno necescarii pei bastimenti e città importanti vi devono sorgere a forza. Tali gli stretti come Gibilterra e quello di Messina, tali anche le baie, terminali dei golfi, che addentransi profondamente nelle terre, coinè Genova, Trieste e Salonicco. i porti che offrono il punto di sbarco più facile per le mercanzie destinate a mari stranieri
   — come Marsiglia ed Alessandria ad esempio — sono ugualmente focolari naturali di attrazione, a cui i commercianti devono accorrere in folla. Finalmente, v'éuna città del Mediterraneo che riunisce in sè tutti i vantaggi geografici, come quella che è situata in uno stretto al punto di congiunzione di due mari e di due continenti Questa città è Costantinopoli ; essa è per la sua 'ola situazione una delle primarie città del mondo.
   Quantunque i poi ti del Mediterraneo non sieno più, come furono per migliaja d'anni, in possesso dell'egemonia commerciale, questo mare interno e però sempre, proporzionalmente, assai più popolato di bastimenti dei grandi Oceani. Senza contar le barche peschereccie, i suoi porti litoranei non annoverano meno di 30,000 bastimenti di una complessiva «parità di 2 milioni e mezzo di tonnellate. È più del quarto della squadra commerciale del mondo intiero, ma la sesta parte soltanto del tonnellaggio, dacché la forza dell'abitudine ha fatto conservare più lungo tempo nei port italiani e greci gli antichi tipi di bastimenti di poca capacità; e d'altra parte la brevità delle traversate, l'immunità relativa del pericolo, la vicinanza dei porti di rifugio agevolano la navigazione di piccolo cabotaggio.
   Alla squadra mediterranea propriamente detta vuoisi aggiungere quella che i porti dell'Oceano
   — dell'Inghilterra segnatamente — vi mandano a trafficare. Perla protezione del suo commercio il governo inglese ha anche avuto cura di mettersi nel novero delle potenze litoranee del Mediterraneo; esso si è impadronito di Gibilterra, clic è la porla occidentale del bacino; e dì Malta, che ne è il baluardo centrale. Esso non ne possiede intieramente, è vero, la porta d'uscita che è il canale di Suez; ma può, se vuole, tirare il chiavistello all'estremità del lungo corridoio esterno formato dal mar Rosso, giacché le sue guarnigioni vigilano sull'isolotto di Perim e sulla roccia d'Aden all'ingresso dell'Oceano Indiano.
   Se l'Inghilterra ha la maggior parte nel commercio del Mediterraneo, tutte quasi le popolazioni litoranee vi hanno un commercio ragguardevole. Rispetto al tra Ili co. il mare che stendesi da Gibilterra all'Egitto è un lago francese, come lo chiamava Napoleone, ma è anche un lago ellenico, un lago dalmata, un lago spaglinolo e soprattutto un lago italiano che gli antichi Romani chiamavano, come dicemmo al principio, a buon diritto Mure nostrum. ÌNe furono gli ultimi padroni i pirati barbareschi le cui sacttie, od imbarcazioni leggiere, comparivano improvvisamente davanti ai villaggi costieri ed impadronivansi degli abitanti per ridurli in schiavitù. Dopo resterminio di queste squadre predaci il commercio ha convertito il Mediterraneo in proprietà comune, ove le maglie della rete internazionale di navigazione vanno restringendosi ogni di più. I bastimenti non si associano più, come in addietro, in convogli o carovane marittime per ire a deporre le loro merci di scalo in scalo; il mare è divenuto sicuro sì che le imbarcazioni isolate vi si possono avvedfurare in ogni tempo.
   Resta il pericolo sempre imminente degli scogli e delle tempeste. Quantunque l'arte della navigazione abbia fatto grandissimi progressi, quantunque la maggior parte dei capi — quelli almeno delle spiaggie europee — sia rischiarata dai fari e che l'ingresso dei porti sia indicato da fanali hoe, barili galleggianti, frequentissimi tuttavia sono ancora i naufragii nel Mediterraneo. Anche grosse navi vi si sono sommerse senza che di esse siasi potuto ritrovare neppure una tavola.
   A' di nostri i piroscafi, percorrendo di scalo in scalo un itinerario tracciato, tendono a sostituirsi ogni di più ai bastimenti a vela. Gerle linee di navigazione, che raccordatisi da un capo all'altro alle strade ferrate delle sponde mediterranee, sono cosi divenute come una traccia, un