I Mari d'Italia
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solco permanente, in cui vanno e vengono i bastimenti come le barchette che tragittano nei fiumi. La regolarità, la celerità dei piroscafi, la facilità che procurano alle spedizioni d'ogni fatta, il numero crescente delle vie ferrate, che vengono a metter capo ai porti ed a versarvi le loro mercanzie, finalmente i fili telegrafici sottomarini già ramificali in ogni senso, che rannodano le coste le une alle altre e rinserrano i popoli in un abbraccio, tulio contribuisce a sviluppare il commercio del Mediterraneo. 11 quale, senza contare il transito per Gibilterra e Suez, si può ragguagliare su per giù a IO miliardi di lire » (1).
IL — Mare Adriatico.
4. L'Adriatico nell'antichità. — ASfi'*; Adrìalìcum Mare) b il nome dato dagli scrittori greci e latini al mare interno detto Adriatico, che separa l'Italia dall'lllìria, dalla Dalmazia e dall'Epiro, ed è connesso nella sua estremiti meridionale al mare Jonio.
Par fosse considerato dapprima dai Greci quale un mero golfo od ingresso dello Jonio, donde l'espressione 6'A(Kó).™?), che prima entrò nell'uso, si stabili si saldamente die si mantenne sempre fra gli scrittori greci dei migliori tempi. È soltanto in un periodo posteriore od in casi eccezionali che noi troviamo le espressioni ¦'/¦, 'Aìsiàvr, od 'Atfuny.r, S«X
(1) Delle molte opere sul Mediterraneo, le più recenti son le due tedesche seguenti: BGttoer, Da* Mittelmeer (Lipsia 1858) e Petermann, Dos Mittelliindische Meer (Gotha 1879, con 8 carte). Ma la più importante e la più compiuta è quella del contrammiraglio inglese (ì. E. Smyth, intitolata: The Mediterranenn: A Memo«f l'hijsicai, llistorical and Nautical (Londra 18ó4).
Per dare un'idea di quest'opera classica sul mare, che è tanta parte della nostra patria, indicheremo le cinque parti importanti che ne costituiscono l'insieme.
La prima si riferisce ai prodotti, al commercio e all'industria delle varie contrade litoranee del Mediterraneo, dallo stretto di Gibilterra sino all'estremità del mare di Azof, percorrendo il bacino orientale e il bacino occidentale separati dalla Sicilia fra l'Africa e l'Italia; indi penetrando, per l'Arcipelago, i Dardanelli il mare di Mannara e il Bosforo, nel mar Nero sino al piede della catena del Caucaso — ed arrivando finalmente pel Bosforo Cimmerinno. o stretto di Keri, sino al limite delle acque mediterranee, a est della Crtmea. In quest'ampio periplo quanti popoli furono, sono e saranno! Dopo i lavori dello storico e del geografo qual vasto campo rimane dischiuso a quelli dell'uomo di Stato per gli interessi presenti e futuri dei popoli e dell'umanità t
Dedicala più particolarmente al mare stesso — che lo Suiytli considera qual via di comunicazione e come sottoposta alle leggi generali della fisica del globo o della meteorologia — la seconda parte comprende la temperatura, le correnti, le maree, il sistema fluviale, la evaporazione e ciò eli è relativo alle varietà dei pesci e degli esseri viventi, che abitano codesto mare e ne arricchiscono diverse contrade. La profondità delle acque, l'aspetto delle spiaggie e gli effetti dei vulcani antichi e moderni sono descritti con giusta misura.
Nella terza parte conlengonsi le quistioni riguardatili i venti dominanti, le stagioni e la climatologia di questo mare, con tutti i fenomeni atmosferici, comprese le tempeste, le pioggie e le burrasche elettriche.
La quarta parte contiene l'istoria delle indagini geografiche, che hanno stabilito le preziose carte attuali del Mediterraneo, dall'antichità sino all'evo medio e sino alle moderne operazioni degli Inglesi e dei Francesi, alle quali lo stesso autore ha preso non poca parie.
La quinta parte è più specialmente tecnica ; essa tratta delle longitudini e delle posizioni geografiche, e termina con una tavola preziosa delle posizioni mediterranee, corredala di sìmboli indicanti per ogni punto gli ancoraggi, i porti, le roccie. i pericoli subacquei, gli scogli, le secche, i luoghi, in cui bisogna stare in guardia, i colpi di vento, che possono minacciare i naviganti, il pendio graduato o repente della costa, la natura del suo terreno, le terre, le rupi, i boschi, che stanno in prospetto, e persino gli stormi d'uccelli, che frequentano questo o quel luogo.
L'opera insomma dell'ammiraglio Smyth è la monografia più (lolla e più compiuta del Mediterraneo, e chi non l'ha studiala mal può dire di conoscere a fondo codesto mare, che è tanta parte delia nostra patria.
Ili — l,a faIria, voi V.