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l'arte Quinta — Italia Insulare
spartiacqua mantiensi discretamente virino ad essa. Da Rimini l'Apenm'no volgeri alle eoste Liguri, fi lo spartiacqua allontanasi perciò dalle spiaggic dell Adriatico ed è formato, in segnilo, da una parte della suddetta catena e dalle Alpi poderose dall'altra. Conforme a ciò, noi non dobbiamo per conseguenza aspettarci allo sviluppo dei fiumi estesi che sul breve tratto della costa veneta, ma non nell Italia Centrale e Meridionale.
Ma non solo la giacitura degli spartiacqua clic noi dobbiamo considerare, ma anche la quantità di pioggia clic riceve nel corso dell'anno la superfìcie de! bacino fluviale, del pari che la sua distribuzione nelle varie stagioni, dacché nell'estate, a cagione della forle evaporazione, solo maggiori masse di pioggia agiscono nella formazione dei fiumi. Intorno a ciò vuoisi osservare clic la quantità d'acqua meteorica diminuisce verso sud, com'anco che la parie orientale degli Apennini e delle Alpi b relativamente povera e i decimi meridionali per conlrodelle Alpi centrali ed orientali relativamente ricchi di pioggia. Posti questi due punii — la giacitura degli spartiarqua e le pioggie — passiamo, muovendo da sud, ad una rapida descrizione delle singole regioni fluviali.
Il tratto costiero più povero d'acqua sta fra il capo Santa Maria di Letica e il golfo di Manfredonia. L'intiera regione fra lo spartiarqua e le spiaggie appartiene alla zona dellV*/a/e poteio d'acqua, la quale par limitala verso nord dalla linea Vieste-Ascoli-Satrìann-Potenza. In verun luogo i fiumi raggiungono qui nna lunghezza clic oltrepassi i 50 chilometri Nelle parti meridinnali non rinvengonsi nella calda stagione che rigagnoli in mezzo alle roerie, i quali però comertonsi nell'inverno in torrenti devastatori.
A nord della suddetta linea si trova la zona della pioggia in tulle le stagioni col minimum nell'estate. Alla stessa zona appartengono tanto l'Italia Centrale quanto la bassura del Po, due regioni che differenziansi del reslo in altri particolari.
Tutti i fiumi situati fra l'Ofaulo c il lìeno, come il Pescara, il Tronto, ecc. sono di scarse dimensioni, ma in regola generale forniti d'acqua per tutto l'anno con un minimum nell'estate e portano una quantità considerevole di sedimenti dall'Apennino al mare.
I fintili a nord del piccolo fieno sono in generale assai più poderosi e basti citare il Po, l'Adige, la Piave, il Tagliamenlo, l'Isonzo, ecc., ma anch'essi hanno le loro magre nell'estate e menano, come gli altri suddetti, ima grande quantità di deposih al mare La conseguenza e il forte interramento delle acque costiere e l'innalzamento generale del già per sé poco profondo letto del mare nelle parli più settentrionali dell'Adriatico, cose tutte nocive alla navigazione.
Qnanlo granile sia la spessezza degli strati sedimentarli fu chiarito non ha molto dal dottore Pi. Crr.dner, il quale, negli scandagli fatti in qne' paraggi, ha trovalo che gli strati dei depositi fluviali arrivano in generale sino alla profondità di 122 metri e in due luoghi presso Venezia sino a 137 e 172 metri.
Quando si pensa che il Della del Po, dopo di aver colmato un golfo, si è già avanzato dai tempi romani quasi 40 chilometri oltre le linee costiere d'allora dell'Adriatico —- quando si riflette inoltre che il progredire delle alluvioni del Po secondo Pronydal 1200 sino al 1000 ragguagliasi a 25 metri all'anno e sino a 70 meiri all'anno nel periodo dal 1f>00 sino al 1804 — quando si pon mente da ultimo che, come già abbiamo dello, tutti i fiumi del golfo superiore fra il Reno e l'Isonzo partecipano a questo lavorio sedimentario, par quasi una questione di tempo relativamente breve che il mare fra Venezia e l'Istria sarà colmato alla sua volta e restituito al Continente.
4. Coste Ansfrn-Unqarii'lie. — Diverse essenzialmente dalle occidentali sono le coste orientali dell'Adriatico. Se le prime, nel loro corso orizzontale, sono quasi senza eccezione, uniformi, con bassi orli costieri, senza promonlorii rilevanti e gnernite solo di poche isole, le seconde per contro sono multiformi ed, eccetto pochi traili, ricche di baie, insenature, prominenze e di isole numerose separate da canali dal continente. Anche rispetto alla sirnltnra verticale, mancano lungo le coste adriatiche orientali — se si eccettua il tratto Dulcigno-Valona — le basse regioni litoranee e fé montagne piombano freqnenlemente dirupale nel mare.
Movendo da settentrione e cominciando dai confini dell'Italia e dell'Austria-Cnghcrìa si può dir quello clic segue intorno a codesti lembi continentali: