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l'arie Quinta — Italia Insulare
Vmugo, delle baie di Piratici e di Muggiti, ecc. Ad un emporio commerciale come Trieste, non poteva del resto bastare quest'ultima baia, si clic furono necessarie grandiose costruzioni portuario.
Nell'est della penisola d'Istria le profondità sono maggiori clie nell'ovest. Il golfo di Fiume ha in certi punti da 00 a 70 inetri di fondo, mentre il letto del mare nello stretto di congiunzione coll'aìto Adriatico, ossia nel canale del Quarne.ro, sale dolcemente, fenomeno che si ripete in un modo più cospicuo di gran lunga nei fiordi della Norvegia.
Lungo le scoscese coste croate, segnatamente in vicinanza d'Arbe e nel canale del Quarnerolo, fu scandagliato in certi siti sino a 100 e persino 131 metri nell'angusta corsia fra l'isola Cherso e lo scaglio Plaunkh. La profondità media di questo braccio di mare vuoisi naturalmente calcolare alquanto minore.
I numerosi porti naturali soffrono di un troppo rapido abbassarsi del terreno, si che le ancore facilmente arano quando il vento terrestre incalza la nave. Ciò succede nelle lunghe baie canaliformi di Bucali, Caslclmuschio, Santa Eufemia (presso Arbe), Lussiti Piccolo, ecc., corn'anco in molti altri lidi della Dalmazia centrale e meridionale.
Gli avvallamenti del Quarnerolo comunicano nel sud in due luoghi coll'aìto mare, il quale ha già in quella regione profondità assai maggiori di quelle fra Venezia e l'Istria, ma esse sono separate da una leggiera elevazione da quelle del non meno profondo canale di Mezzo.
Lo stretto di Zara scema in profondità verso sud-est e si spiana si fattamente nel suo prolungamento, detto 5iretlo di Pasman, clic i bastimenti d. molto pescaggio non lo possono oltrepassare e sono costretti a far un lungo giro. I vapori del Moyd austro-ungarico però vi passano.
II porto e la rada di Zara hanno un fondo favorevole; lo stesso si verifica nell'ampio porto Tajer (nel sud-est dell'isola Grassa) e di molti ancoraggi su quella costa, a cui sta innanzi il labirinto degli scogli di Seòenico, fra gli altri Podice, capo Cesto, Rogosnizza, ecc. Il canale di San Nicolò (foce del fiume Kerka) ha profondità di oltre 10 metri, ma ne ha meno la baia successiva di Sebenico.
E basti il sin qui detto intórno alle profondità del poco fondo bacino settentrionale dell'Adriatico. Passando ora all'assai più profondo bacino meridionale, noi troviamo nel nord-ovest le minime profondità. Verso sud-est il fondo del mare si abbassa rapidamente e raggiunge la maggior depressione (1000 metri circa) fra Ostimi e Dolcigno. Questa depressione trovasi alquanto più vicina alle coste italiane che alle albanesi. Fra Brindisi e Va Iona a un incirca trovasi nel fondo un rialto, che separa le porzioni inferiori dell'Adriatico da quelle del mare Jonio-Siculo. I porti e le rade della costa apula — ma specialmente Brindisi — appartengono ad un dominio marittimo di un fondo sufficiente alla navigazione.
Nel nord-est il canale di Citiamola ha un fondo a scarpa, ma nel suo prolungamento trovasi l'ottimo porto di Gravosa, che serve ai grossi bastimenti che vanno a Ragusa, perchè porlo Cassou, coperto in parte dall'isola Lacromu e più prossimo a Ragusa, non é accessibile, mercé lavori idraulici, che in una piccola sezione. Il fiume Ornila sbocca in un ampio braccio di mare (30 metri all'ingresso) che diramasi verso terra dal porto di Gravosa.
Le Bocche di Cattavo sono in generale più profonde verso l'interno. Nella baia di Caslelnuovo trovansi depressioni di olire 40 metri, ma di 30 metri soltanto fra Perastro e Cattaro. Gli ancoraggi ulteriori, come Budua, Cenlivari, liti.razzo (0-8 metri), Valona, ecc., hanno, in gran parte, un buon fondo.
La struttura del fondo dell'Adriatico non è ancora del resto scientificamente esplorata in tutta la sua estensione. Presso le foci dei fiumi trovansi i loro sedimenti ridotti in arena ; in alcune spiaggie, scogli della medesima specie della vicina roccia costiera; in alto mare finalmente e nella maggiore parte delle rade e delle grandi baie, la consueta fanghiglia.
G. Venti e livello dell'Adriatico.— Oltre le indagini importanti del professore Toaldo (De reciproco aeslumaris Veneti) che estendonsi alle maree e alle correnti della regione lagunare veneta e parsieno sempre consultate dai piloti, parecchi lavori recenti furono pubblicati sul livello dell'Adriatico, lavori fondati sopra un materiale di osservazioni fatte a Trieste, Fola, Fiume, Zara, Lesina e Corfù.