Provincia di Alessandria
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un prodotto speciale di codeste regioni. Alcuni tratti di territorio del Casalasco sono coltivati a riso.
Quanto all'agricoltura, l'ultima recente statistica officiale (1887-88) reca, per la provincia di Alessandria, i seguenti dati. La coltura del riso, abbandonata nella provincia di Torino, ove occupava 80 ettari, si è estesa invece in quella di Alessandria da ettari 1,353 a ettari 2,260.
La produzione media annua del vino è cresciuta enormemente da 933,750 ettol. (nel periodo 1870-74) a 2,429,786 (nel 1879-83).
Si ottennero inoltre nel 1888 : 877,847 ettolitri di frumento, 764,644 di granturco, 257 d'orzo, 17,874 di segala, 42.173 di risone, o riso vestito, 36,771 fra fagiuoli, piselli e lenti, 27,096 tra fave, vecce, cicerchie, ceci, lupini e mochi, 1789 quintali di canapa, 96 di lino, 41,502 di patate, 30,473 di castagne.
La sericoltura, sempre nel medesimo anno 1888, diede 2,144,235 chilogr. di bozzoli; e i prati, tanto naturali quanto artificiali, produssero 1,663,430 quintali di fieno.
L'estensione approssimativa dei boschi nella provincia si fa ascendere a 80,000 circa ettari. La quercia comune, ossia il rovere, il cerro, l'olmo, il castagno fruttifero e il selvatico sono gli alberi principali. In pochi luoghi alligna il pino e, per converso, sulle vette apenniniche abbondano i faggi d'alto fusto che giovano a raffrenare l'impeto dei venti boreali. Il rovere, il castagno selvatico ed anche il faggio coltivansi a ceduo.
11 circondario d'Acqui è il più ricco di boschi, i quali coprono una terza parte della sua superficie ; povero assai di legname è invece il circondario di Alessandria, avvegnaché neppure la tredicesima parte del suo territorio sia imboschita.
Rispetto all'industria propriamente detta, ricorderemo le fornaci, l'industria della seta, le cave, l'industria del cotone, la macinazione dei cereali, le segherie da legname e la fabbricazione dei mobili, che sono le principali industrie della provincia; vengono in seguito per importanza la fabbricazione dei cappelli, delle oreficerie, le officine meccaniche e fonderie, la fabbricazione delle maglierie, di prodotti chimici, le tipografìe e litografie, la fabbricazione delle stuoie, dei combustibili agglomerati e delle botti. Altre industrie esercitate nella provincia sono le minerarie, le raffinerie di solfo, le officine dell'oro, del gas, telefoniche, il trattamento dei minerali piombo-auro-argentiferi e rame-auro-argentiferi e delle ceneri aurifere ed argentifere; fra le alimentari, la brillatura del riso, la fabbricazione delle paste da minestra, delle confetture, dei latticini, dei salumi, dell'olio, dello spirito, della birra, delle acque gazose, dell'aceto, dei vini e liquori ; fra le lessili, le tintorie, la fabbricazione dei cordami, la tessitura casalinga; oltre a parecchie industrie diverse, e cioè la concia delle pelli, le tornerie in legno, la fabbricazione delle carrozze, degli organi da chiesa ed altri, degli ombrelli, dei pettini da tela, dei turaccioli, di lavori in mosaici e pietre dure, la fabbricazione dei panieri in vimini e di fiori artificiali.
Il commercio d'esportazione della provincia ristringesi in generale ai vini, ai cereali, ai bozzoli e al bestiame.
Numerose strade ferrate e rotabili, primarie e secondarie, agevolano le comunicazioni interne ed esterne della provincia fra le sue valli secondarie e la Riviera Ligure e le valli del Tanaro e del Po. Al 31 dicembre 1888 vi erano 411 chilometri di strade ferrate, 195 chilometri di tramvie a vapore, e 2867 chilometri di strade
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