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Parte Prima — Alta Italia
Rlvarone (1055 ab.). — Sta in poggio alla sinistra del Tanaro. Del suo castello, fondato nel secolo XI, non si scorgono che gli avanzi.
Cenni storici. — Chiamavasi anticamente Rivarsi, e, con diploma del 1° luglio del 909, fu donato da Berengario alla R. basilica Domnarum di Pavia. L'ebbero quindi in feudo i marchesi Bellingeri Provera di Pavia, i Bellingeri di Milano, investiti, con diploma del 14 agosto 1441, da Filippo Maria Visconti e i conti Bellingeri detti di Rivarone.
Uomini illustri. — Nella seconda metà del secolo scorso vi fiorì il conte G. G. Bellingeri, buon poeta, scrittore forbito di commedie ed autore di molte composizioni in dialetto alessandrino.
Coli, elett. Alessandria I — Dioc. Alessandria — P1 T. a Bassignana.
Mandamento di BOSCO MARENGO (comprende 3 Comuni, popol. 8715 ab.). — Il territorio produce cereali in abbondanza ed ha molte praterie irrigate dall'Orba mediante due canali antichi, che dànno moto a due mulini. E attraversato da due strade ferrate e dall'antica via Emilia.
Boseo Marengo (4552 ab.). — Siede sulla sponda destra dell'Orba, sur un piano ubcrtosissimo, a 13 chilom. da Alessandria, cinto dagli avanzi di robuste fortificazioni, nella cui cerchia torreggiava un antico castello, sulle rovine del quale ora sorge un asilo infantile.
Cenni storici. — Chiamavasi così dal tedesco Busch latinizzato Boscttm, nei bassi tempi, anticamente Media Silva perchè situato in mezzo a una regione selvosa, ed assunse il nome di Bosco nel 498, quando Manlio Lugo per ordine di Teodorico ne costrusse il castello, fondandone ad un tempo la real villa di Marengo. Succeduto Ottone II (973), regnava colla madre al fianco, e nello svolgersi di tante vicende la regina Adelaide, temendo che il Bosco, sua dote, cadesse in potere dei barbari, dispose di donarlo, al monastero di San Salvatore di Pavia. Passò in appresso agli Aleramo, che presero il nome di marchesi di Bosco. Federico Barbarossa due anni dopo la sua elezione, sceso in Italia, venne in tale occasione a Bosco, ed i marchesi del luogo trattarono e negoziarono con lui prima di dargli il passo. Bosco andò pure soggetto alla dominazione dei Visconti (1348). Fu saccheggialo ed arso dalle devastatrici bande inglesi (1362). Nella invasione dei Francesi (1447) i Boschesi diedero una segnalata vittoria ai Milanesi guidati da F. Sforza, i quali, a ricordo dell'avvenimento, fecero sovrapporre alla porta del palazzo ducale la seguente iscrizione:
Soli Boscheiises permanserunt in fide : Et ipsi soli Oallorum vicloriae obstiteiiint.
Bosco fu assai maltrattato dal generale Lotresco con crudeltà inaudite, stragi ed incendii (1527). Pio V, in allora umile fraticello, trovandosi alle porte della sua patria, ove recavasi per celebrarvi la prima messa, fece sosta a Sezzè, paese vicino. Nel 1566, addì 17 gennaio, Michele Ghislieri veniva eletto papa col nome di Pio V, e mercè sua nel 1567 venne innalzato a Bosco un convento ad uso dei PP. Domenicani, sui disegni del celebre architetto P. Dante da Perugia. Il convento ha la chiesa in forma di croce latina (fig. 26) ; il Tommaseo la chiamò, in una sua iscrizione posta nell'interno della chiesa a destra — monumento della religione e dell'arte, situato vicino alla città, che ha nome da un grande pontefice e da un grande fatto, e che il Municipio conserva al vessillo redentore. — Degno d'ammirazione è il mausoleo di Pio V, che desiderava di terminare i suoi giorni in questo convento. I colonnati ed i capitelli si attribuiscono a Lodovico degli Albanis; le statue, le figure e i bassorilievi al Buonarroti. Tutte le cappelle sono ricche di preziosi marmi e di belle pitture. Si notano quadri del Vasari, del Moncalvo, di Paolo Veronese, di Scipione Palzona, del Gratius Cassai e del Geraso di Milano. Si ammirano pure preziosi lavori d'incisione
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