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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Alessandria
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1890, pagine 256

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Alessandria 52
   ogni parte. Monsignor Mossi, vescovo d'Alessandria, con decreto del 31 luglio 1797 stabilì che si dovesse eseguire un nuovo tempio sui disegni del prefato architetto Zani di Alessandria. Ma nel 1800 la sua costruzione venne sospesa, essendone già i muri all'altezza di circa 3 metri, perchè il fondo del Santuario fu adoperato dal Governo francese per l'edificazione del pubblico cimitero. Gessati i tempi avversi, con decreto del 28 di maggio 1839 dell'intendente generale di Alessandria fu restituito al Santuario il possesso del terreno occupato dal Comune nel 1805, e si mise tosto mano al compimento della chiesa che nel 1846 agli 8 di novembre fu solennemente benedetta da monsignor Pasio, vescovo di Alessandria. Se non che, crescendo sempre più il concorso dei divoti, provenienti da ogni parte d'Italia, il zelante rettore D. Giuseppe Panizza e il Consiglio di amministrazione vennero nella determinazione d'ingrandire la chiesa troppo angusta pel grande affluire di popolo. L'opera e il disegno di essa vennero affidati al prof. cav. Giuseppe A. Boidi, il quale, da abile architetto, conservando la vecchia chiesa come parte della nuova, riuscì ad ottenere un tempio bello e grandioso in forma di croce latina, con cinque altari e una maestosa Fìe- 3± - Castello con torre a Castellazzo Bormida
   cupola nell'intersezione delle sue (da fotografia di G- Brdn'°)-
   braccia. Essa è ornata di quaranta
   colonne isolate d'ordine corintio, delle quali trentasei interne e quattro nella facciata esterna con un magnifico frontone fra due svelti campanili ed un attico con balaustrata che li unisce superiormente (fig. 33). Quando sarà terminata, riuscirà una delle più ricche, per architettura, della diocesi.
   Non meno bello è il Camposanto di Castellazzo, nel quale spicca particolarmente il corpo di mezzo, che prospetta la parte principale, eseguito sui disegni e sotto la direzione del medesimo prof. cav. Giuseppe A. Boidi, d'ordine dorico antico con sei colonne di marmo e sei pilastri bugnati, terminato superiormente da vasi e cimase con croci, il lutto pure di marmo bianco. Esso contiene le cappelle mortuarie o sepolcreti delle famiglie Pistarini, Devecchi-Pellati e Boidi Trotti (fig. 34).
   Cenni storici. — Castellazzo Bormida anticamente fu chiamato Casmoniumx perchè abitato dai Liguri Casmonati, d'origine celtica, e nei bassi tempi detto Oamonium o Oamundium. Nelle sue vicinanze esistè la città ligure detta da Plinio Barderate. Prima dell'edificazione di Alessandria aveva sotto di sè Borgoratto, Frascaro, Gamalero, Castelspina, Portanuova, Retorto, Predosa, Castelferro ed ii luogo di Casalcermelli. Vi sono scrittori che gli dànno maggior estensione di territorio;
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