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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Alessandria
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1890, pagine 256

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Alessandria
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   Robertone Trotti, capitano della Repubblica d'Asti nel 1314.
   Domenico Boidi Trotti, prode soldato di parte guelfa, militò con onore col duca di Milano, poi con Facino Cane ; lasciato questo, inalberò la bandiera del re di Francia sulla rocca di Castellazzo nel 1404.
   Marco Boidi Trotti, figlio di Domenico, dottissimo e di molta prudenza, capitano di giustizia in Alessandria, godeva tanta stima presso Galeazzo Maria e Giovanni Galeazzo, duchi di Milano, che il primo di essi lo creava suo segretario in compagnia di Cicco Simonetta nel 1467, poi cancelliere ducale nel 1469. Il 4 giugno 1460 sposava in Alessandria Susanna Ghilini ; fu stipite di una famiglia di solerti e integerrimi magistrati, di eraditi scrittori ed operosissimi patrizi, e fu conte di Santa Giulietta.
   Luigi Giovanni Boidi Trotti, figlio di Marco, nato nel forte di Castellazzo nel 1500, leggista, difensore del duca di Milano Francesco II Sforza presso Carlo V, esempio imitabile di amicizia e fede in momenti tristi per quel principe. Rintegrato nella sua antorità, ebbe da esso le prime cariche.
   Ardingo Trotti, nato in Pavia, ma oriundo di Castellazzo, fu arcivescovo di Firenze ed ebbe molta parte nell'istituzione dell'Ordine dei Servi.
   Filippo Moccagatta, dell'Ordine dei Servi, fu professore di logica nell'Università di Torino, esimio poeta, erudito filosofo, dottore in ambe leggi, oratore gravissimo ed eccellente teologo.
   P. Agostino (non si conosce il cognome), servita, autore degli Annali del suo Ordine, penitenziere di San Pietro in Roma.
   Lodovico Boidi, nato nel 1552, dotto ecclesiastico, protonotaio apostolico, avvocato fiscale della S. Inquisizione, morì nel 1607, mentre Paolo V stava per promuoverlo al cardinalato.
   Fabrizio Boidi Trotti, nato a Castellazzo, morto in Alessandria nel 1593, medico eccellente e benemerito dell'umanità; la medicina l'esercitava senza lucro, ma per solo amor del prossimo. Le guarigioni ottenute lo avevano reso chiaro in patria e fuori, laonde gli infermi correvano a lui da ogni parte. Negli anni 1576-77 tutta l'Italia, e specialmente il Milanese, era invasa dalla peste; il Boidi, mediante le cautele prese e l'usata sollecitndine, scampò Alessandria e Castellazzo da si terribile flagello. Pubblicò un libro sul Modo di conoscere e preservarsi dal contagio; esso era pure cultore egregio di lettere, e lasciò scritta in istile elegante un'opera che porta per titolo : Del dolore e del piacere.
   Alberto Boidi Trotti, figlio di Fabrizio, fu buon poeta, e specialmente le sue rime spirituali vennero giudicate di pregio.
   Benedetto Boidi, bell'ingegno del secolo XVII; di lui si ha un poema in dieci canti col titolo: Gesù Cristo Redentore, che venne in luce nel 1627, precorrendo cosi i lavori sul medesimo argomento d'Ignazio Gaione, di Davide Bertolotti, ecc.
   Antonio Boidi Trotti, giureconsulto di vaglia, lesse instiLuzioni civili a Perugia, a Lodi e a Pavia in concorrenza del chiarissimo Baldo.
   Emanuele Boidi Trotti, giureconsulto peritissimo del XV secolo, amministrò una dopo l'altra le podesterie di Firenze, Piacenza e Tortona, le quali tutte per riconoscenza gli accordarono di intrecciare i loro stemmi a quelli della sua famiglia. Stabilitosi in Alessandria, fu cittadino sommamente benefico e pregiato, a cui venne attribuito il più glorioso dei titoli, quello di Padre della patria.
   Guglielmo Lamborizio, dottore in legge, fu podestà di Piacenza ; il re di Francia Ludovico VIII lo spedi nel 1499 podestà di Milano. Eccellenti giureconsulti furono pure di questa famiglia Giovanni Francesco, Giovanni Angelo e Giovanni Antonio.
   Alessandro Farra, nato nel 1522, datosi alle armi, fece prova di gran valore e perizia; studiò leggi nell'Università di Pavia, e riusci sommo oratore e filosofo. Nel 1566 fu uno dei deputati d'Alessandria inviati a Pio V per congratularsi della sua assunzione al pontificato; fu al governo d'Ascoli, poi a quello di Casalmaggiore datogli da Ferdinando d'Avalos marchese di Pescara. Dopo la morte del Pescara la marchesa Vittoria Colonna lo tenne presso di sè per essere assistita nel disbrigo di gravi maneggi ed importanti affari; mori a Castellazzo.
   Francesco Caselli, nato nel 1740, dell'Ordine dei Servi. Fatto dà Pio VII esaminatore generale, veniva scelto a sostenere le ragioni del Pontefice nel Concilio di Parigi, e la sua eloquenza e il suo coraggio fecero maravigliare lo stesso Napoleone I, che ebbe a dire il Caselli essere l'uomo più sapiente del clero cattolico. Chiamato dal Bonaparte in Francia, fu nominato senatore, poi uffiziale della Legione d'onore, e Pio VII lo creò cardinale ed arcivescovo di Parma.
   Galeotto Nebbia, o Nebea, pittore, nacque in Castellazzo intorno al 1450; il Lanzi e il Ticazzo parlano con lode di lui. Appartenne alla scuola genovese e lasciò varli quadri molto lodati, lavori un po' crudi, ma diligentemente e con grazia finiti.
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