Mandamenti e Comuni del Circondario di Alessandria 55
robuste mura, di sette torri, nel cui mezzo sorse un colossale torrione chiamato d'ammazzane a motivo che colà s'ammazzavano i primitivi cristiani perseguitati, per essere quindi tradotti al martirio in Tortona. L'antichissimo castello fu ricostrutto nel 498 ed il torrione ristorato nel 1317. Il primitivo Sezzè era a mezzogiorno dell'attuale abitato, e vicino alla sponda destra della Bormida, sopra un sensibile altipiano.
Verso l'anno 423 un certo imperatore Saprizio Pagano, probabilmente goto, abitava detto castello, per cui in seguito fu chiamato Castrum Caesarium. Quell'imperatore ordinava che le primitive case di Sezzè fossero demolite e riedificate nelle vicinanze della sua abitazione. La di lui famiglia tenne la signoria di Sezzè per circa 80 anni. Dal 500 al 700 i signori di Sezzè erano capi barbari provenienti dal settentrione all'epoca dell'invasione d'Italia. Verso l'anno 727 il re Luitprando si accampò nel luogo ove ora sorge l'abbadia di Santa Giustina, fece colà costrurre una cappella dedicata a detta santa, professando per essa una speciale devozione. Attualmente i proprietari dell'abbadia sono i signori Frascara di Sezzè, i quali ridussero una parte del vasto caseggiato a grandiosa villa con parco principesco. Dal 700 al 1000 i feudatari erano della famiglia di Rufino-Savelli e di quella del conte Guglielmo, padre del leggendario Aleramo, nato in Sezzè e capo stipite dei marchesi di Monferrato (1). Il primo stemma adottato da Aleramo era quello di Sezzè. Dal 1000 al 1300 i signori di Sezzè erano discendenti da Aleramo, fra cui il marchese Ottoberto che, col concorso della moglie Villa, il 3 marzo 1030 costrusse la chiesa parrocchiale, sotto la denominazione di Santa Maria del Mercato, ampliò pure la chiesa di Santa Giustina, dotando entrambi con munificenza; pochi anni dopo Ottoberto co' suoi figli costrussero il monastero di Santa Maria del Banno, in seguito chiamato Santo Stefano. Ottoberto mori in Sezzè e fu sepolto a destra dell'ingresso della chiesa di Santa Giustina.
In Sezzè nacque Domenica Angeleri, madre di San Pio V, che celebrò la sua prima messa nel luogo nativo della madre ; essendo allora la chiesa interdetta, si alzò un altare sopra un pozzo a ponente della piazza maggiore. Dal 1300 al 1600 i feudatari erano i Galcamuggi ed i Firuffini, tutti oriundi dal generale Ruffino-Savelli, due volte console romano e dittatore, cioè nel 290-277 av. C. Sezzè fu distrutto tre volte: nel 1080 per ordine di Arrigo IV imperatore di Germania, nel 1421 e nel 1447 dai Francesi. Dal 1600 al 1716 i feudatari erano i Visconti, non appartenenti alla famiglia ducale di Milano; colla morte di Marco Antonio Visconti, avvenuta nel 1716, cessò il feudalismo di Sezzè. Dal 1716 al 1772 i proprietari del castello e dei beni attinenti furono i marchesi Ghilini; dal 1772 al 1884 i conti Borromei, dal 1884 in poi i signori Frascara, riducendo quasi tutto il castello in un asilo infantile modello.
Coli, elett. Alessandria I — Dioc. Acqui — P4 T. e Str. ferr. Alessandria-Savona.
Castelsplna (881 ab.). — In pianura, in vicinanza della Bormida e a chilom. 2.35 da Sezzè. Chiesa antica dell'Assunta e monte frumentario.
Cenni storici. — Fu fondato dai Malvicini, donde il suo nome di Spina Malvici-norum, Villa Malvicinorum, Castrum Malvicinorum. I Malvicini si voglion venuti da Piacenza, come risulta da un istrumento del 1293. Nel 1300 fu preso d'assalto da un corpo di Francesi e quindi distrutto da Facino Cane. Il marchese Giovanni IV di Monferrato lo donò, nel 1448, ai Firoffini; poi il duca Francesco Sforza Visconti nel 1463 lo cambiò con Candia di Lomellina.
Coli, elett. Alessandria I — Dioc. Alessandria — P* T. a Sezzè.
(1) Fu posseduto anche dai marchesi del Bosco poiché Bruno ed Adelaide, per benemerenza ai Gamundiesi loro alleati, gli donarono, il 15 febbraio 1106, la quarta parte della terra e del castello con libera giurisdizione.
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