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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Alessandria
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1890, pagine 256

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parie Prima — Alta Italia
   Ammirami in Acqui non pochi avanzi di monumenti romani, fra i quali, oltre parecchi avelli in cui trovaronsi urne cinerarie, lampade, idoletti, ecc., attraggono l'attenzione le rovine di un grandioso acquedotto romano sul Bormida (fig. 41), monumento del secolo d'Augusto. Codesto acquedotto portava in origine l'acqua potabile nella città e serviva nell'istesso tempo di ponte. Grande è il numero degli istituti di beneficenza in Acqui, ove, oltre l'Ospedale, l'Orfanotrofio, l'Asilo infantile per ambo i sessi, la Società operaia di mutuo soccorso, contansi non meno di ottq Opere pie, fra le quali due per gl'Israeliti.
   L'industria comprende concerie di pelli e manifatture di tela, fonderie di campane, fornaci per opere cóstruttorle, manifatture di vini squisiti, fra le altre quella dei fratelli Beccaro, tipografie, ecc. E qui osserveremo di passata che Acqui fu una delle prime città in cui fu introdotta l'arte della stampa, poiché vi troviamo edita, nel 1497, l'opera di fra Samuele Cassinense: Quaestio de immortaliate animae, e credesi anche un'altra più antica. Assai attivo il commercio per fiere e mercati, commercio che piglierà grande sviluppo quando sarà ultimata la linea ferroviaria da Asti e Acqui per Ovada a Genova, decretata ultimamente per impulso principalmente del ministro Saracco, e di cui tratteremo nel circondario d'Asti.
   Una delle particolarità d'Acqui è la sorgente rinomata, quasi nel centro della città, detta la Bollente pel suo forte calore (fig. 40). Sgorga essa con impeto per due tubi di bronzo da una rupe calcare nella quantità di 140 litri al minuto per ciascuno dei due orifizi, senza computare la quantità ragguardevole che si perde alla base e nell'infiltrazione dei muri che si può ben dire altrettanta. È limpidissima, incolore, salmastra al gusto, di odore leggermente sulfureo. La sua temperatura credesi diminuita di qualche grado da quella che era anticamente: è però ancora così elevata da raggiungere i 60 gradi R. ossia 75 gradi centesimali, e perciò gli abitanti l'adoperano in molti usi domestici, nell'impasto del pane, nel cuocer vivande, ecc. Oltre questi e simiglianti usi domestici serve anche per bagni. Dai due tubi di bronzo si versa essa in due vasche quadrale, d^lle quali passa poi in un canale sotterraneo che scaricasi nel fiumicello Medrio fuori della città.
   Acqui va debitrice in gran parte della sua odierna floridezza e del suo progresso notabile agli sforzi del senatore Saracco, il quale, non solo ottenne la costruzione della ferrovia Asli-Acqui-Ovada-Geno va, ma strinse anche una convenzione, in forza della quale il Governo cedè al Comune la proprietà dello Stabilimento Civile dei Bagni, ricevendo il corrispettivo di lire 310,000. Ciò non fu ottenuto senza la più viva opposizione, alla quale il Saracco rispose vittoriosamente coll'opuscolo Acqui e le sue Terme (Torino, 1868). Si va ora dicendo che si stia apparecchiando un cambiamento nell'amministrazione degli Stabilimenti termali. L'impresa subaffilterà questi Stabilimenti e il suo successore subaffitterà per suo conto l'albergo e terrà per sè l'esercizio della cura. Non vi avrà altro medico che quello destinato dal Afonicipio, e si escogiteranno economie a vantaggio di quelli che accorrono alla cura di quelle acque salutari.
   Il bilancio del comune d'Acqui nel 1886 era il seguente:
   Attivo
   Entrate ordinarie.......L. 236,511
   Id. straordinarie.....» 11,600
   Partite di giro e contabilità speciali > 83,431
   Totale L. 831,542
   Passivo
   Spese obbligatorie ordinarie . . . L. 157,915
   Id. straordinarie. . » 38,254
   Differenza passiva dei residui . . » 5,000
   Partite di giro e contabilità speciali » 83,431
   Spese facoltative.......» 46,942
   Totale L. 331,542
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