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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Alessandria
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1890, pagine 256

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Prima — Alta Italia
   principale della tribù degli Statidli ed una delle principali stazioni militari di questa parte d'Italia (Strab., v, p. 217; Plinio, ni, 5, s. 7; Orelli, lnscript. 4927; Jnscrip. ap. Spon. Mise. Ant., p. 164; Notit. Digit., p. 121). Paolo Diacono l'annovera fra le città principali di questa provincia al tempo dell'invasione longobardica: e Liutprando di Cremona, scrittore del X secolo, parla delle Thermae romane, costruite con la massima magnificenza, come esistenti ancora ai dì suoi (Paolo Diacono, h, 16; Liutpr., Histor., li, 11). Apprendiamo dagli Itinerarii che un
   Fig. 41. — Acquedotto romano sul Bormida in Acqui (da fotografia).
   ramo della via Aurelia lasciava la costa a Vada Sabatia (Vado presso Savona) e traversava l'Apennino ad Aquae Statiellae, donde comunicava per Dertona (Tortona) con Placentia sulla via Emilia (Ititi. Ant., p. 294; Tav. Peutingeriana).
   Nell'invasione dei Goti nel V secolo Acqui ebbe un presidio di truppe sarmate, e, durante la conquista longobardica, fu la sede di un duca dipendente da quello di Asti. Carlo Magno vi prepose un conte. Nel secolo X fu sottoposta al dominio di Aleramo, da cui discesero i marchesi di Monferrato, d'Incisa, di Ponzone, ecc. Nel 1133 Acqui fece parte della Lega Lombarda, ma, nel sorgere d'Alessandria, parecchie terre del suo distretto passarono ad arricchire quello della nuova città ; di che scoppiarono dissidii e guerre municipali fra gli Alessandrini e gli Acquesi, protratte oltre il secolo XII. Il partilo guelfo, capitanalo dai Blesi, e il ghibellino, guidato dai Bellingeri, accesero le discordie nella città stessa, la quale cadde, nel 1260, in potere dei marchesi di Monferrato; fu presa, nel 1273, da Carlo d'Angiò; fu riacquistata, nel 1277, dai suddetti marchesi, che la fecero capitale dell'alto Monferrato.
   Nel secolo XIV Acqui passò sotto la signoria del Paleologo e, nel 1431, dei duchi di Milano; quattro anni dopo fu restituita al Paleologo, finché morto, nel 1553, Gian Giorgio senza prole maschile, l'imperatore Carlo V ne investiva Federico Gonzaga duca di Mantova, dopo di che questa città seguiva la sorte di Casale. Fu presa e ripresa da Francesi e Spagnuoli (1625-1648); fu spopolata dalla peste negli anni 1630-1631 ; fu incorporata nel 1708 ai domimi sabaudi ed occupata, nel 1745. dai Francesi. Nel 1796 il Bonaparte vi dimorò tre giorni ; soffrì gravi danni e corse
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