Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Alessandria', Gustavo Strafforello

   

Pagina (87/269)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (87/269)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Alessandria
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1890, pagine 256

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   78
   Parte Prima — Alta Italia
   Pedrasco, come leggesi in una carta del secolo X. Fu successivamente feudo dei Malaspina, dei De Regibus e degli Spinola ; divenne quindi contea dei Piuma.
   Coli, elett. Alessandria IV (Acqui) — Dioc. Acqui — P1 T. ad Acqui.
   Mandamento di MOMBARUZZO (comprende 7 Comuni, popol. 7547 ab.), — Territorio frastagliato da varie colline, bagnato a mezzodì dal torrente Cervino, fertile in cereali d'ogni sorta ed in viti, che dànno vini assai ricercati. Abbonda anche di boschi cedui, di castagneti e di prati.
   Mombarnzzo (3002 ab.). — Siede in colle, a 15 chilometri da Acqui, con tre parrocchie : una semi-gotica di Sant'Antonio abate, un'altra, rifabbricata non ha gran tempo, di S. Maria Maddalena, ed una terza moderna di San Marziano. Dell'antico castello più non rimane che una solida torre e tutta la parte del paese ove sorgeva è ancor cinta di mura ora in rovine. Da un'alta collina soprastante godesi di una estesissima e stupenda vista delle montagne del Genovesato, della Savoia e persino della Svizzera.
   Cenni storici. — In un documento del 1014 è chiamalo Mombarucium. Appartenne ai marchesi di Monferrato, dai quali passò in feudo ai Faà di Casale. I Milanesi lo saccheggiarono nel 1230. Nel 1431 lo ebbero i marchesi d'Incisa; quindi il duca Carlo di Mantova, successore dei marchesi monferrini, che ne investì Scipione Gonzaga, principe di Bozzolo. Fu poi marchesato dei Negroni e dei Pallavicini di Genova. Coli, elett. Alessandria II (Asti) — Dioc. Acqui — P! T.
   Brano (952 ab.). — Siede sul pendìo di un colle tra il Bormida e il Belbo, a chilometri 2.5 da Mombaruzzo. Chiesa parrocchiale di San Bartolomeo e castello dei Faà di Bruno. È diviso in due borgate, l'una delle quali siede nella valle del Belbo. Ha stazione ferroviaria importante, accorrendo ad essa gli abitanti dei paesi circonvicini. Si coltiva su vasta scala la vite, il cui prodotto forma la quasi totale e grande entrata degli abitanti.
   Cenni storici. — L'antico castello di Bruno, stato rovinato dai Solari d'Asti, fu uno dei principali del marchesato d'Incisa. Il paese fu eretto in contea sotto i duchi di Mantova e fu trasformato, nel 1703, in marchesato, che fu concesso alla famiglia Faà, originaria di Casal Monferrato, e da cui nacque, fra gli altri, Francesco Faà di Bruno, matematico e fisico, professore all'Università di Torino ed autore di opere pregiate. Coli, elett. Aless. II (Asti) — Dioc. Acqui — P3 a Mombaruzzo, T. e Str. ferr. Aless.-Cavallermagg.
   Carentino (592 ab.). — Sta sopra un rialto, alla destra del Belbo e sui confini dell'Alessandrino. Parrocchia di San Sebastiano.
   Cenni storici. — È uno dei luoghi principali dell'antico marchesato d'Incisa, di cui seguì le varie vicende e ai cui marchesi fu dato in feudo dal marchese Guglielmo VI di Monferrato nel 1224. Nel 1703 fu concesso, con titolo di contea, ai predetti Faà di Bruno.
   Coli, elett. Alessandria II (Asti) — Dioc. Alessandria — P2 T. a Bergamasco.
   Castelletto Molina (444 ab.). — Sta in colle tra il Belbo e il Bormida, a chilometri 3.G9 da Mombaruzzo. Conserva ancora l'antico castello col quale fece parie del contado appartenente alla famiglia dei Porla d'Acqui.
   Coli, elett. Alessandria II (Asti) — Dioc. Acqui — Pa a Mombaruzzo, T. a Nizza Monf.
   Fontanile (1158 ab.). — In un'amena collina, bagnato dal Cervino, con piccola piazza e parrocchiale antica. Apparteneva anticamente al contado d'Acqui ed era munito di mura con porta castellana, di cui veggonsi ancora le rovine.
   Cenni storici. — Fu compreso nel marchesato d'Incisa e, nel 1606, fu ceduto in feudo al conte Luigi Bevilacqua.
   Digitized by LjOOQle