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Senza la luce della fede è ben diffìcile evitate l'errore anche nelle questioni più fondamentali : e lo dimostra l'altalenare della filosofìa umana tra opposte e contradditorie correnti di pensiero. Senza la forza dall'alto, che è la grazia, non è possibile fare tutto il bene che dobbiamo, nè passare illesi attraverso le seduzioni del male.
E senza fede, non si comprende il dolore, e non si sa soffrire. Di fronte al dolore, che è pure ineluttabile realtà nella vita, l'empio si ribella e bestemmia, il cristiano di poca fede cede allo scoraggiamento. Solo chi crede vede Iddio e riconosce la sua bontà di Padre attraverso la sofferenza, e raccoglie dal dolore i vantaggi per cui Dio lo manda o lo permette.
Senza fede infine non si sa morire. Al punto della morte più che mai si comprende la parola di Gesù: una sola cosa è necessaria (Le. 10, 42).
O'è una scienza di cui nessuno può fare a meno, la scienza della religione.
Disposizioni per lo studio della religione. — Per studiare la religione occorrono alcune disposizioni:
1° L'umiltà. — Un giorno Gesù collocò in mezzo ai suoi Apostoli un fanciullo, e disse loro : « Vi dico in verità, che se non vi convertirete, e non vi farete come fanciulli, non entrerete nel regno dei cieli » (Mt. 18, 3).
L'orgoglio è dunque una disposizione negativa. S. Agostino, interrogato qual fosse la via per arrivare a Dio, rispose: « La prima è l'umiltà, la seconda è l'umiltà, la terza è ancora l'umiltà » (Epist. 150 ad Diosc.). Spiegheremo nel 2° volume il concetto di questa virtù, che si fonda sull'esatta conoscenza di sè. Anche Platone raccomanda a coloro che cercano la verità la « scienza dell'ignoranza », cioè un giusto sentimento della propria pochezza.
2° L'amore della verità. — Gesù ha detto : « Chi cerca trova, e a chi batte sarà aperto » (Mt. 7, 8).
L'amore della verità, e il desiderio di essa, orienteranno lo spirito verso Dio, autore e principio di ogni verità. Ubi amor, ibi oculus: dove è amore, ivi è occhio per vedere, i Ch'io ti cerchi, o Signore, invocandoti!» (S. Agostino, Conf., 1, 1; lettura 6).
3° La purezza del cuore. — La Scrittura ci avverte che « la sapienza non entrerà in un'anima mal disposta nè abiterà in un cuore che è servo del peccato » (Sap. 1, 4) e Gesù proclama : « Beati quelli che hanno il cuore puro, perchè vedranno Dio » (Mt. 5, 8).
Basti avere qui accennato a queste disposizioni, sulle quali ritorneremo trattando della fede (letture 1, 0).