C'è un ateismo pratico, che consiste nel vivere come se non si credesse in Dio; e viene da indifferenza o da cattiva disposizione della volontà. « Perchè vi ostinate a cercare di dove venite e dove andate, e se vi è un Creatore intelligente e buono? Questi problemi sono una malattia ed il mezzo di guarirne è di non pensarci » (Littré).
C'è un ateismo larvato, che si nasconde sotto il nome di panteismo, agnosticismo, idealismo. Il panteismo snatura Dio, confondendolo col mondo; l'agnosticismo lo confina fuori della ragione e del mondo e lo chiama l'inconoscibile; l'idealismo lo identifica col nostro pensiero, sostituendo l'io umano all'Io divino.
Non ci possiamo accontentare di un Dio vago, inconoscibile, confuso col mondo e con noi stessi. Noi crediamo e adoriamo un Dio personale, distinto dal mondo, creatore, che a noi si è fatto conoscere per via della rivelazione (letture 8, 10).
4° Dalla rivelazione. — Risalendo il corso della storia troviamo degli uomini che hanno affermato comunicazioni soprannaturali con Dio e le hanno rese credibili col miracolo. Tali sono Abramo, Mosè, e specialmente Gesù Cristo, Dio fatto uomo (1).
LA NATURA DI DIO
San Paolo all'areopago ricordò un'ara dedicata al Dio ignoto (Atti, 17, 23). Dio era davvero tale per i pagani (2).
I filosofi cercavano invano di conoscere la, natura di Dio. Racconta Cicerone che il tiranno Ierone di Siracusa chiese al filosofo Simonide che cosa fosse Dio. Il filosofo chiese un giorno per pensarci. Il dì se-
durato in questo sentimento fino alla vecchiaia » (Platone, Le leggi, X). — » Tenete l'anima vostra in imo stato tale da desiderare che Dio esista, e non dubiterete mai di questa verità » (Rousseau).
(1) Alla affermazione di Lucrezio che Dio fu fatto dal timore rispondiamo: 1° che tale affermazione è gratuita; 2° ohe in tal caso gli uomini avrebbero adorato il tuono, o almeno avrebbero immaginato un Dio terribile e cattivo e non l'avrebbero amato; 3° che l'idea di Dio si sarebbe dileguata col progredire della civiltà; 4° che i popoli più barbari sarebbero i più credenti, invece tali sono i più civili.
(2) La ragione umana con le sole sue forze può conoscere che Dio è, e chi Egli è; e lo conobbero infatti i migliori filosofi. Ma l'idea spirituale di Dio, unico, creatore e rimuneratore, non divenne mai patrimonio universale delle masse pagane, le quali giacquero nell'ignoranza, incolte o traviate. Gli stessi filosofi non furono immuni da gravi errori (lettura 5).