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LA. SAPIENZA DEL POPOLO
che se ne scrissero intieri volumi. Coloro che se ne occuparono di proposito si sono studiati rintracciare storicamente le circostanze onde nacquero vari proverbi, ed alle quali vanno debitori della loro esistenza, affinchè ci possiamo per analogia raffigurare la provenienza d' altri molti di cui 1* origine è oscura al tutto ed ignota. Nessuno negherà l'importanza di ciò, chè non può non essere interessante assai presiedere per tal modo alla nascita di un detto che ha vissuto e si è mantenuto nel mondo e non ha cessato, dal dì che fu primamente profferito, di esercitare più o meno un'autorità spirituale od intellettuale fra gli uomini ; sempre però i casi in cui ciò è possibile sono sommamente rari in paragone ai moltissimi in cui la prima nascita è ravvolta, come tutte quasi le nascite, nell' oscurità e nel mistero. E per vero e' non potrebbe accadere altrimenti. La più parte dei proverbi sono per così dire trovatelli, orfani fortunati dell'arguzia di una nazione, che la nazione collettiva non volle lasciar perire, raccolse ed adottò come suoi propri figli. Ma come suole dei trovatelli, la maggior parte di essi non sa render conto esatto e distinto di sè stessa. Essi si aprono una via nel mondo, facendo assegnamento sui loro propri meriti intrinseci, piuttostochè su quelli dei loro genitori ed autori che hanno dimenticato e che pare abbianli alla lor volta dimenticati od almeno non li reclamano. Non di rado altresì, quando si mette innanzi un'istoria per render ragione dell'origine di un proverbio è ragionevole il dubbio se l'istoria non sia stata successivamente inventata pel proverbio, anziché il proverbio sia derivato effettivamente dall' istoria 1.
1 La spiegazione in Livio del cantherium infossa e del modo onde divenne un proverbio rusticano in Italia (23, 47) è un caso appunto ove è malagevole prestar fede alla parentela assegnala al motto. Vedi Dóderlein, Lai. Synony. V. 4, p. 289-