I PROVERBI PARAGONATI.
41
CAPITOLO III.
I Proverbi di varie nazioni paragonati.
II genio, l'arguzia e lo spirito di una nazione ritrovami ne' suoi proverbi — ebbe a dire Bacone con profonda verità.
In essi — egli aggiunse — rinvienisi una fonte inesauribile di documenti preziosi risguardanti la storia intima, le usanze, le opinioni, le credenze 1 e i costumi del popolo appo il quale hanno corso.
Poniamo un po' alla prova queste asserzioni e vediamo sino a qual punto nei proverbi di questo o quel popolo contengasi la voce più intima del loro cuore, sino a qual punto il paragone dei proverbi di una nazione con quelli delle altre ci possa tornare istruttivo e quali ammaestramenti si possano derivare
1 Lo scrittore avrebbe potuto aggiungere anco le superstizioni , giacché non pochi de'proverbi implicano e fondansi sopra superstizioni popolari, ed una raccolta di essi sarebbe non men curiosa che istruttiva. Tale a mo' d' esempio è il proverbio latino (e greco eziandio) : Serpcns, nisi serpentem comederit non flt draco (il serpente non diventa dragone se non mangiando un altro serpente), che Bacone illustra scor-tamente: «La follìa dell'uno è la fortuna dell'altro; dacché nessuno prospera così rattamente come per gli errori altrui. » Tale ancora è, il vecchio proverbio tedesco : Die Nacht ist Keines Menschen Freund (La notte non é amica di nessuno) che fondasi, come osserva Grimm nella sua Deutsche Mythol., sull'opinione divulgatissima nelle nordiche mitologie che la notte è una potenza ostile all'uomo. E tale per ultimo é il proverbio francese : Qui natt le dimanche jamais ne meurt de ¦peste (chi nasce di domenica non muore mai di peste).