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La sapienza del popolo spiegata al popolo
I proverbi di tutte le nazioni
Gustavo Strafforello
Editori della Biblioteca Utile Milano, 1868, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   LA. SAPIENZA DEL POPOLO
   Ciò era naturalmente da aspettarsi, come osserva Zeli nel suo trattatello grazioso Sui proverbi degli antichi romani, essendo che esistesse a que' tempi un ideale, ben più sublime dell'amicizia che dell'amore, la deificazione del quale era riserbata al moderno mondo cristiano. Però i proverbi romani non hanno manco di altri meriti sostanziali e loro proprii. Un rigoglioso senso morale spira da molti di essi, come ne' due seguenti : Noxa caput sequitur — Conscientia, mille testes (la coscienza vai mille testimonii); ed anco quando ciò non avvenga, essi hanno spesso un antico venerando aspetto romano, sono pratici, frugali, severi quali doveva amarli Catone il maggiore che li aveva spesso in bocca; mentre i molti che riferisconsi all' agricoltura porgono testimonianza del grande amore che portava l'Italia antica alla re rustica, amore non punto redato dalla moderna Italia impoverita per ciò appunto e ridotta in sulle cigne
   1 Fra i proverbii agrarii romani ne ha due o tre assai notevoli e degni d'esser qui mentovati — il primo contro la così detta coltura, eccessiva che fa meraviglia non sia stato citato nella controversia moderna che agitasi su questo subbietto: Nihil minus expedit quam agrum optine colere (nulla meno importa che coltivare ottimamente il campo) Plinio. St.N.6,18. Contro questo però ve n'ha un altro che ammonisce contro la coltivazione con capitali insufficienti : Oportet agrum imbe-cilliorem esse quam agricolam ( è necessario che il campo sia più imbecille deli' agricoltore, vale a dire 1' agricoltore dee por mente a non assumersi una coltura che superi la sua possa) ; quindi Virgilio : Laudate ingentia rura, exigunm colilo (lodai grandi poderi e coltiva un piccolo); ed un terzo : Qui arat olivetum, rogat fructum; qui stercorat, exorat; qui coedit, cogit (che trovo tradotto così nella raccolta Giusti e Capponi: Chiara l'oliveto, addimanda il frutto; chi lo letamina, l'ottiene; chi lo pota, lo costringe a fruttar bene) forma tuttavia tutto il codice agrario per la coltura degli ulivi-nella Liguria occidentale.