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Leonardo
Rivista d'idee

1906, pagine 390

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   dall' uomo a dio
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   Io adopro l'espressione uomo-Dio nel senso magico, che inverte del tutto i rapporti tradizionali fra l'uomo e la divinità. Finora o gli Dei s'eran fatti uomini (secondo i credenti) o gli uomini avevano foggiato gli Dei simili a loro (secondo gli psicologi). Ora è 1' uomo che vuol farsi Dio e gli uomini vogliono foggiare loro stessi simili agli Dei. Non è più Dio che s'incarna ma l'uomo che s' india.
   Fra gli attributi divini a cui esso aspira il primo è l'onnipotenza al quale, del resto, si possono ridurre anche altri (come 1 'onnisapienza, eh' è un mezzo per l'onnipotenza). Voler diventare uomo Dio significa dunque cercare di ottenere la massima quantità di potere diretto sopra gli uomini e le cose.
   Perchè l'uomo vuol diventare Dio.
   La ragione più forte per la quale 1' uomo può volere diventar Dio è
   il bisogno della pace definitiva.
   Gli uomini non sono soddisfatti del presente. Infatti agiscono e desiderano senza fine. Agire significa cercare di ottenere quel che non si ha — desiderare senza fine non potere ottenere tutto quello che non si ha. Miseria, impotenza, — agitazione continua e desideri eternamente rinascenti : ecco la sorte degli uomini. Per uscire, da questo tormento essi seguono due vie : la via del possesso e la via della rinunzia. O cercano di soddisfare il massimo numero di desideri — o cercano di estirparli tutti. O si sforzano di ottenere una parte delle cose desiderate o di persuadersi che tutte le cose desiderate non hanno nessun valore. La prima via è quella dei conquistatori, dei potenti, dei ricchi, degli epicurei — la seconda è quella degli asceti, degli stoici, dei santi cristiani e degli yoghi indiani.
   Ma nessuno di questi due modi di liberazione riesce.