dall uomo a dio
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deri moriranno nel suo cuore senza bisogno di esercizi spirituali, di cilici o flagelli : quale uomo sano desidera l'aria poiché continuamente n' è circondato ? Il mondo sarà come un corpo più grande di cui 1* uomo sarà 1' anima e le cose gli obbediranno come ora obbediscono all' a-nima le membra. L' uomo sarà anche il mondo e il mondo sarà parte dell' uomo. Morendo il desiderio muore 1' azione, poiché non c' è più bisogno di agire per ottenere ciò che non si ha, dal momento che si ha tutto. Non essendoci più azione non ci saranno più cambiamenti. Il regno del diverso sarà chiuso : l'unico concreto (non 1' unico verbale dei metafisici monisti) gli succederà. Il regno dell' unico è il regno della calma, della non azione, della pace : è il sogno del mistico che cerca la unione con Dio, è il sogno di tutte le attività che cercano il riposo.
Il mondo diventerà, attraverso l'uomo Dio, una sola cosa, immobile, omogenea — non esistente. Sarà il vero nirvana a cui aspirano tutte le anime. Ogni cosa cerca il suo contrario — il mondo del diverso tende all'unico, 1' attività tende all' immobilità, la vita tende alla morte. La grande opera, il resultato ultimo dell' uomo Dio sarà la fine del mondo per mezzo della sua perfezione.
Ciò che vuol fare l'uomo Dio.
Ma a questa quiete assoluta, a questa pace eterna, a questa divina morte, non si può arrivare che dopo un periodo d'intensa attività. Per gmngere a non agire più bisogna riuscire ad agire immensamente più che non ora, per poter fare a meno di qualunque azione bisogna poter compiere un numero enorme di azioni che oggi non si sanno compiere. Per giungere all'immobilità bisogna esser più mobili che oggi, per giungere all'unità ancor più creatori del diverso, per giungere alla soppressione del desiderio bramosi di più grandi cose. Oggi sappiamo far poco: — soltanto quando sapremo far tutto non avremo più bisogno di far nulla.