dall' uomo a dio
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tribuiti alla frode o alla fantasia, ma le - testimonianze son tante e così diverse e indipendenti fra loro che, pur facendo la parte dell'inganno — che del resto si riduce il più delle volte a imitazione di fatti reali — siamo costretti ad ammetterne la possibilità e la realtà. Ma questi poteri, per quanto incredibili e grandi appaiano, non bastano a chi vuol farsi uomo Dio. Non sono che un principio. Sono una più grande potenza ma non l'onnipotenza. L'opera del cercatore della divinità non deve dunque fermarsi a ottenere quei fatti che altri già hanno ottenuto saltuariamente e spesso senza volerlo ma deve esser volta ad aumentarne il numero e a renderli ripetibili a volontà. I miracoli passati sono il più delle volte piccoli e sporadici. L'uomo Dio deve ottenerne sempre più grandi, più straordinari, più abbondanti e far sì che non dipendano da una intuizione improvvisa o da una specie grazia inconscia ma soltanto dal suo volere.
L'arte del miracolo.
L'impresa dell'uomo-Dio è resa più lunga e difficile dalla mancanza di un insieme di regole e di norme sicure per ottenere i poteri meravigliosi di cui ha bisogno. Alcuni dei potenti spirituali (chiamo così i santi, i maghi, i mistici, i medium ecc.) o quelli che hanno studiato la loro vita e la loro psicologia hanno indicato e descritto alcuni dei mezzi e degli antecedenti dei miracoli — hanno, cioè, detto quali sono le condizioni in cui i miracoli il più delle volte avvengono e quali sono i metodi di vita o gli atti di coloro che li fanno avvenire. Queste indicazioni e descrizioni il più delle volte concordano e il genere di vita e il lavoro interno dei potenti spirituali viene dipinto quasi colle stesse parole dall'ascetica indiana di mille anni fa ai rituali magici del secolo XIX ; dalla mistica cristiana del medioevo e dal New Thought dei nostri giorni. Manca però, fino ad ora, una tecnica della creazione, un'Arte