dall' uomo a dio
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capati dalla cura delle ricchezze, dalla bramosia di accrescerle o dal timore di perderle sono i chiamati fra i quali si scelgono più facilmente i pochi eletti al potere spirituale. E non basta questa preparazione remota e costante. Occorrono gli stati di esaltazione speciali di queste forse interne — gli stati di preghiera, di estasi, di trance, di rapimento, di comando in cui la fede crea la realtà, in cui l'amore ci fa unir colle cose, in cui la volontà concentrata e potente plasma direttamente l'universo.
Quest'arte del miracolo non potrà dare a tutti la possibilità di compiere prodigi perchè non basta sapere quali condizioni e quali strumenti si richiedono per ottenere un certo effetto per potersi mettere in quelle condizioni o per possedere quegli strnmenti — e non basterà neppure all' uomo Dio il quale ha bisogno di poteri più grandi di quelli sui quali può essere oggi fondata. Ma quest'arte è necessaria per incominciare e soltanto quando sarà fatta si potrà dire intrapresa praticamente l'ascensione a Dio.
Cosa creerà l'uomo-Dio.
Per quanto lo scopo finale dell' uomo Dio sia la pace definitiva e la fine dei cambiamenti e delle azioni pure ci sarà un tempo in cui esso deve agire assai più di quello che mai abbiano agito gli uomini tutti insieme e in cui deve fare le sue grandi prove sul mondo per assicurarsi del suo pieno potere e per conseguenza della perfetta inutilità di adoperarlo più oltre. Perchè l'uomo Dio giunga realmente a disprezzare tutte le cose bisogna che passi attraverso a un'epoca di rifacimento, di trasformazione, e creazione del mondo tale da procurargli la certezza compieta cha ormai egli non potrà mai più desiderare alcuna cosa.
L'uomo Dio prima di giungere al nirvana, alla quietitele, deve sconvolgere l'universo, rifarlo a suo modo, produrre improvvisamente cambiamenti di grandezza e