l'arte di persuadere
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l'efficacia della parola negli oratori popolari ? Se vi è genere spregevole, basso, effimero, infame, volgare, fatto di grosse parole senza senso, di luoghi comuni vuotati d'ogni realtà, di astuziette ignobili, di cavilli andati a male, di ripetizioni inutili, di promesse fallaci, di grossolanità a doppio senso, è questo il genere oratorio popolare. Nessun oratore ha lasciato impronta nel terreno delle idee, e i più odiosi rappresentanti del genere hanno piuttosto lasciate tristi traccie nell'animo e nella cultura di un popolo, come Cicerone e Petrarca. I méneurs, i tribuni, gli ornatori e gli amplificatori di parole, gli accademici delle ricorrenze, dei centenari, dei banchetti, degli elogi funebri, incapaci di maneggiare altro che ombre di ombre di idee, sono budella gonfie di fiato. Eppure fra loro, quanti ne troviamo cari alla moltitudine, potenti per l'eloquenza, dominatori al governo. I Don Giovanni di società non sono mai rinomati per produzione di idee. I capi popolo, i galoppini elettorali, i ciarlatani delle fiere, i propagandisti in contradittorio.non hanno mai una frase originale o un' idea nuova. In tutte le raccolte di discorsi che gli uomini politici e i deputati si danno la pena di fare stampare a spese dello Stato, non si trovano che vacuità, inutilità, frasi grosse e gonfie ; mai un' idea che potrebbe avere ottenuto l'onor dell'archivio se non fosse stata pronunziata da loro ; lo storico del pensiero non ha bisogno di consultarli ; lo storico delle lettere non trova ragione d'occuparsene ; lo storico delle arti non ricerca la loro influenza. Tutti quei discorsi sono sole parole, tessuto di luoghi comuni, col fregio di qualche scherzo da donnette, e la frangia di un po' di retorica spicciola; sono scritti anonimi, che contengono il modo la sostanza e lo stile di ragionare e di immaginare proprio agli uomini mediocri del loro tempo. Invece i grandi pensatori per diventar popolari, anche fra le persone di coltura, sono stati quasi sempre costretti a passare traverso il macinino dei volgarizzatori, e traverso i polverizzatori letterari.
Come mai questi mediocri intellettuali riescono