gli amanti d'iddio
49
per la prima volta l'uomo sarà veramente indipendente dalla natura, e sarà forse in stato di ricreare i membri perduti, di uccidersi con un solo atto della sua volontà, e per mezzo di ciò, ottenere per la prima volta delle spiegazioni intorno al corpo, all'anima, al mondo, alla vita, alla morte e al mondo degli spiriti. Allora forse dipenderà solo da lui di rendere animata la materia. Egli obbligherà i suoi sensi a creare le figure da lui desiderate, e a potere vivere in mondo suo, nel proprio senso della parola. Allora egli avrà il potere di separarsi dal corpo, quando gli piaccia, e di vedere, udire, sentire, quel che vuole, come vuole, e sotto il rapporto che vuole.
Se il nostro corpo non è altra cosa che una operazione centrale dei nostri sensi in comune, se noi abbiamo potere sui sensi, se possiamo metterli in azione a nostro arbitrio, e tutti quanti accentrarli, allora non dipende che da noi — di darci quel corpo che noi vogliamo.
Certo, se i nostri sensi non sono altra cosa che modificazioni dell'organo del pensiero, dell' elemento assoluto, noi per mezzo della padronanza su questo elemento, potremo anche modificare e dirigere a nostro piacere i nostri sensi.
Il pittore ha già in certo grado in suo potere l'occhio, il musicista l'orecchio, il poeta l'immaginazione, l'organo del linguaggio, le sensazioni, o piuttosto molti organi insieme, le cui operazioni egli riunisce sopra l'organo del linguaggio o conduce sopra la mano, e il filosofo l'organo assoluto, per mezzo del quale opera arbitrariamente; e tutti per mezzo di essi rappresentano il mondo spirituale. Il genio non è altro che un uso attivo degli organi. Fin qui noi abbiamo avuto solo geni particolari, ma il genio deve diventare totale.
Fossimo noi ciechi, sordi, insensibili, ma se al contrario la nostra anima fosse perfettamente aperta, e il nostro spirito il mondo esterno attuale, allora il mondo interno avrebbe con noi la stessa relazione che ha ora con noi il mondo esterno, e chi sa se noi riconosceremmo qualche differenza quando potessimo paragonare le due condizioni. Noi riusciremmo perfino a provare la sensazione di cose per le quali ci mancherebbe il senso, come la luce, il suono, ecc. Noi potremmo produrre solo quei cangiamenti, che fossero simili ai pensieri, e proveremmo una tendenza a procurarci quei sensi che ora diciamo esterni. Chi sa che forse con 1' andare del tempo per mezzo di sforzi svariati, non potremmo produrci occhi > orecchi, ecc.; poiché allora il nostro corpo sarebbe in nostro po-