Giordano Bruno smentisce Rastignac.
Vincenzo Morello il 17 Febbraio corrente ha tenuto una con ferenza sopra Giordano Bruno, ed è sceso in campo come paladino della scienza e del pensiero moderno, come vindice e divulgatore del pensiero bruniano, e come fiero nemico e demolitore del pensiero neo-cattolico.
Ha parlato dì libertà, di civiltà, di verità, di Umanità, ed altre belle cose in ta-ta-ta; ha parlato, dei papi, della chiesa, dell'inquisizione, della Vandea, del bastone di Sisto V, di Fouquier-Tin-ville, di Alessandro Manzoni, di Cartesio, di Prometeo, di Ippolito Taine, di Ulisse, di S. Paolo, di Plinio, di Lucrezio, di Vargas dell' Ifigenia di Goethe, di Orazio .... ed ahimè, pur troppo, anche di Giordano Bruno!
E non contento di esporne a rapidi tratti la vita e la morte, ha voluto anche esporre a suo modo la dottrina; e siccome per lui si trattava ante omnia di scaricarsi il fegato di una buona dose, di fiele anticlericale, V. Morello ha malmenato senza pietà il povero Giordano Bruno ed ha presentato al pubblico del Collegio Romano un Giordano Bruno riveduto e scorretto ad usimi Rasti-gnachii.
Ora, a sostegno dei propri pregiudizi monistici e materialistici può esser lecito di ignorare gli studii e le ricerche più moderne di filosofia, di scienza, di esegetica ecc.... è comodo se non leale accomunare il nuovo idealismo col vecchio cattolicismo, per fare apparire reazione ciò che è progresso; ma è illecito addirittura il falsificare il pensiero di un filosofo come G. Bruno.
Se è crimine quello del falso monetario, che sarà dunque il sofisticare la dottrina del più grande filosofo della Rinascenza?