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leonardo
e XVI e come pensatore al XIX e al XX; eh'è stato visto, interpretato e immaginato in modi così diversi ; che ha servito a simbolo di tante cose e di tante imprese e che compare già come eroe in drammi e romanzi, per prevedere che una lettura di questo genere, che avesse tracciata la storia della sua fama e della sua varia influenza attraverso' i tempi sarebbe riuscita una delle più suggestive di tutto il ciclo. Ci sarebbe stato soltanto un pericolo : quello di dover parlare anche di questa rivista......
G. F.
Un moribondo per un moribondo.
I due moribondi sono il Campo, ex-giornale torinese e Cesare Lombroso, grande scienziato internazionale. Nel numero del 31 dicembre dell' anno scorso il primo combatteva — con una chiosa intitolata Critica rissosa — per il secondo. Quel numero è stato l'ultimo del Campo ed il prossimo congresso di Antropologia Criminale di Torino sarà l'ultimo trionfo della Scuola Italiana. La storia li ha giudicati ambedue, il piccolo foglio letterario e il grande nume scientifico. Un morto ha difeso un moribondo : inchiniamoci dinanzi a questa lugubre solidarietà. Le parole melanconiche del sig. X (com' è simbolica questa umile sigla !) ci hanno persuasi del nostro peccato. Facciamo voto solenne di non occuparci più di C. Lombroso e della sua scuola. Lasciamo che i morti seppelliscano i loro morti. Abbiamo già fatta troppa reclame a questi illustri scienziati e corriamo il rischio di dar loro troppa importanza perseguitandoli con acrimonia. Gli spiriti intelligenti già si allontanano, spontaneamente, da loro e noi non vogliamo larci apostoli tra i ritardatari e gli sciocchi.
Perciò non risponderemo neppure a un altro caudatario lom-brosiano il quale ha dedicato alla schermaglia del Leonardo più di una innocente colonna del Paese di Udine (14 febbraio). Si tratta del chiarissimo Prof. G. Antonini, noto per un libretto sui precursori di Lombroso, il quale ci assicura che « l'opera di Lombroso ha ormai così salde radici da non temere di spegnersi con lui, e che dal Congresso di Torino l'Antropologia criminale uscirà più forte e battagliera e Lombroso più vegeto ancora ». Ammiro profondamente la fede robusta del Prof. Antonini, per quanto espressa in così cattiva prosa, ed auguro a Lombroso quanti anni di vita gli occorrono per fabbricare un'altra Antropologia criminale ancora più fantastica di quella che ha già regalata al mondo. Ma siccome