Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1906

   

Pagina (65/435)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (65/435)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Leonardo
Rivista d'idee

1906, pagine 390

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   alleati e nemici
   59
   febbraio 1906), una conferenza sul Pragmatismo nella sala della Philosophical lending Library (11 febbraio 1906) e sto scrivendo un libro complessivo su tutte le varie scuole pragmatiste. Giovanni Vacca, il quale appartiene ormai al Florence Pragmatist Club, ha pubblicato nel Lavoro, giornale socialista di Genova (23 febbraio) un abile ed interessante articolo sul Pragmatismo con richiami suggestivi a fatti politici contemporanei. Mario Calderoni, il quale pure prepara un volume di Saggi sul Pragmatismo, ha pubblicato proprio ora le sue Disarmonie economiche e Disarmonie morali in cui il metodo pragmatista, per quanto non appaia la parola, informa e domina tutto. E oltre tutto ciò il Leonardo continua a essere il carroccio della battaglia e in questo medesimo fascicolo il nostro Giovanni Vailati porta un impreveduto appoggio al Pragmatismo mostrandone le affinità colla Logica Matematica.
   Ma questa non è che della bibliografia ed è quella che meno importa. Quali sono i resultati, le tendenze, le novità di tutto questo recentissimo lavorio ?
   II.
   Ho detto che il Pragmatismo muta. Infatti avviene in esso —
   0 meglio si accentua — la differenziazione. La parola è brutta ma il fatto è bello ed io ne godo. Il Pragmatismo non è mai stato una dottrina unica, omogenea, compatta. Io stesso l'ho ben chiaramente affermato nel mio ultimo articolo sul Pragmatismo : « Au lieu d'un système bien défini et coordonné — scrivevo — il y a un certain nombre de penseurs qui sont en train de developper leurs ideès et qui sont quelquefois en désaccord, voire méme én opposition, bien qu'ón les affuble du mème nom. » (Revue du Nord, janvier).
   Queste opposizioni si vanno chiarendo ogni giorno di più e in questi ultimi tempi sopratutto due : quella fra pragmatisti puritani e pragmatisti conciliatori e quella fra pragmatisti sociali e pragmatisti magici. C'è un contrasto, cioè, tanto sui limiti del Pragmatismo come sulla funzione di esso. Vi sono di quelli (Calderoni)
   1 quali sostengono che sotto lo stesso nome non si possono tenere unite tante cose; cbe il Pragmatismo genuino è quello di Peirce e consiste semplicemente nel voler precisare il senso delle teorie, e non è, insomma, che un metodo logico, un perfezionamento del positivismo, ed è in piena contraddizione con le pericolose teorie del Wili to Believe, le quali si preoccupano più del buono che del vero. Ci sono invece altri (Vailati) i quali riconoscono, sì, che ci