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leonardo
Ora Ricarda Huch non è solo scrittrice di critiche, ma anche di poesie (Gedichte) di romanzi (Aus dcr Triumphgasse) di racconti (Mondreìgen von Schiaraffts — Teufeleìen — Haduvig in Kreuzgang) dove si vede una chiara impronta neo-romantica. I suoi libri non sono scritti su stranieri ma su fratelli, ed è probabile che l'autrice ha interrogato le pagine di Schlegel e la figura di Carolina dai tre mariti, con l'interesse personale di chi vive certi stati d'animo prima di pensare a scrivere intorno a loro.
Credo che sia questo il segreto della vita che troviamo nei libri della Huch ; che essa deve avere conosciuto i romantici prima di pensare a farci sopra dei libri. Oggi invece molti pretendono fare il contrario: vanno ad una certa vita col fine di scriverne un libro....
Oltre alla vita, c'è nei libri della Huch una quantità di notizie ben scelte ; si leggono tanto volentieri le pagine sulle città dei romantici, sul loro progressivo scendere al Sud, da Berlino a Roma, e si imparano molte cose capaci di eccitare il pensiero nel capitolo dedicato alle scienze romantiche: la fisiognomica, la magìa, l'alchimia.
Sembra che anche i neo-romantici, ora, non disprezzino le scienze misteriose e terribili, quelle che non si contentano dei piccoli passi, ma vogliono le grandi, le enormi, le totali conquiste.
« Tutto o nulla » è stata una frase romantica non solo nella vita, ma anche nella scienza. Novalis e Schlegel avranno fatto poco, ma hanno voluto moltissimo. È questo un carattere romantico : l'amore della totalità, dell' infinità, dell'assolutezza. Per ciò nel romanticismo si trovano tanti precursori all' Uomo-Dio, e tanti tentativi pratici e tanti programmi più o meno larvati per diventarlo. Non è male rammentare questi sogni ; quando i sogni sono grandi, sono una eccellente medicina per la vigliaccheria, e una cura di pazzia è la migliore ricetta per i tempi in cui la saviezza minaccia d'essere eguale alla imbecillità.
I libri della Huch possono ottimamente servire a questo scopo, ed io .sono tanto certo della quantità di malati che ne hanno bisogno, quanto della esiguità di quelli che oseranno ricorrervi.
Giuliano il S.
Torquato Paoletti, gerente responsabile.
Firenze, 1906 - Tipografia della Biblioteca di Cultura Liberale.