Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1906

   

Pagina (89/435)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (89/435)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Leonardo
Rivista d'idee

1906, pagine 390

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   un discendente di ami-eto
   71
   III.
   Kierkegaard era abbastanza psicologo per sapere che il lavoro grande, poetico ed intellettuale, non può essere prodotto coscientemente per uno scopo determinato se non è il proprio. E guardando indietro egli riconobbe un certo non so che nella sua opera che non era suo : qualche cosa che egli senza timore chiamò genio. « Il genio, essenzialmente, è incosciente — esso non può dare ragioni. » Il significato dell'opera che è stato prodotto senza verun sforzo dalla volontà cosciente, diventerà chiara soltanto dopo. Bisogna citare ancora Kierkegaard: noi comprendiamo il passato ma viviamo nel futuro. Que-st' ultimo si riferisce specialmente ai genii creatori. E spesso l'istinto creatore in lui era così forte che minacciava di squarciarlo, di distruggerlo corpo ed anima. Era obbligato a rassegnarsi ed a vincere il suo desiderio di scrivere così che lavorare soltanto alcune ore del giorno.
   D'altra parte egli non osò mai considerarsi come un istrumento scelto da Dio, che senza esserne avvertito aveva lavorato al servizio della religione, benché sen tisse che la religione aveva una più forte presa su di lui che non la letteratura o la filosofia. Si aggiunga a ciò che egli sin da principio aveva considerata temporanea la sua opera letteraria, come un mezzo per dare sfogo alla sua avidità letteraria prima che incominciasse un lavoro pratico come pastore, e più tardi egli fu spesso sul punto di rinunziarvi ; ma in parte il suo desiderio di esprimere il suo io, in parte circostanze esteriori lo indussero a continuare. A proposito di queste circostanze egli dice: « L' eccitamento della vita reale aggiunse una nuova corda al mio istrumento. » Questo eccitamento sorse da.primo per attacchi contro lui nel giornale satirico : « Il corsaro ». Fu profondamente ferito dal fatto che la sua mente ed il suo corpo furono messi entrambi