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leonardo
preso nessun posto ufficiale : egli non aveva alcun controllo sul proprio umore e per questo non poteva accettare una posizione nella quale doveva dipendere da altri.
Forse sarebbe stato un bene per lui se le circostanze lo avessero obbligato a lavorare per vivere. Essere obbligati a terminare qualche cosa in un dato spazio di tempo ci aiuta a passare molti accessi di depressione e può esserci di sostegno nella nostra lotta contro i suoi effetti oscuri e paralizzanti. Egli non ebbe altro aiuto che il lavoro letterario per distrarlo dalla sua melanconia il cui potere diminuiva quando tutta la sua forza era assorbita nello sforzo della produzione. « Come la principessa nelle Notti Arabe io ho salvata la mia vita raccontando delle storie, cioè col mio lavoro. Depressione spaventevole e sofferenza interna, io potevo sormontare tutto questo soltanto se potevo scrivere » (Diario 1849). Alla fine la sua melanconia lo indusse a una nuova meditazione presentandogli uno speciale problema personale : La depressione è un peccato od una malattia ? Non è presuntuoso negare il valore della vita ? Kierkegaard stesso paragonava la sua depressione con l'acedia, la parola medioevale per la oscurità e l'apatia spirituale,uno dei sette peccati mortali, (Dante pone gli accidiosi nell' Inferno — perchè essi non hanno goduto quando il sole brillava dolcemente sui prati). Vi era materia per meditare continuamente e per fabbricare oscure probabilità.
Sotto all' influenza di questi due poteri oscuri — il forte bisogno di esprimersi e la profonda depressione — nacque l'opera di Kierkegaard. Essendo sorta dal suo più intimo come uno sforzo verso la piena conoscenza di sè stesso, essa è stata il mezzo per destare ed incitare altri. Essa adempì una missione, benché egli non intendesse di farlo in origine, ma perchè fu il frutto delle lotte della vita interna di un uomo che aveva esperimentate le contrarietà e la profondità della vita.