Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1906

   

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Leonardo
Rivista d'idee

1906, pagine 390

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a cura di Federico Adamoli

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   ioo
   leonardo
   solutamente negò che vi fosse qualsiasi analogia fra sviluppo personale e sviluppo organico. E mentre da principio aveva fatto una distinzione fra tre stati essenziali
   0 punti di vista della vita, egli più tardi ebbe sempre più la tendenza di omettere il secondo stato. Il punto di vista etico della vita s'identificò per lui con il bisogno di spiritualità, col filisteismo. Le 'età dalle quali possiamo imparare l'ideale, sono : il bambino, il giovane, la ragazza, il vecchio: dall'uomo attivo, e dall'operosa madre di famiglia nulla può essere imparato in questo riguardo e perchè? Perche essi sono essenzialmente occupati di scopi da cui trarre profitto. Allora la sola gioventù e 1' età inoltrata avrebbero ideali, ma non la maturità e l'età della forza che lottano e lavorano. Questo può soltanto essere buono quando la concezione dell' ideale è o romantico o ascetico o tutt'e due. Qui il realismo è più idealista che 1' idealismo esagerato. Nella stessa realtà e nel lavoro reale l'idealità poetica e religiosa debbono essere trovate, se esse sono trovabili in qualche luogo. Le nuove idee debbono scaturire dalla realtà stessa come le scintille della pietra focaia. Gettate via la pietra ed anche la favilla sparirà. In ciò consiste l'enorme limitatezza di Kierkegaard. E questo è anche il punto nel quale colui che si è trovato sotto alla sua forte influenza deve lottare per liberarsene. Più di un giovane ha. nonostante l'ammirazione per lui, buttato in terra i suoi libri e gli ha voltato le spalle quando
   1 legittimi diritti della vita e le naturali relazioni della vita albeggiavano sul pensiero e quando altri problemi che quelli contenuti da tradizioni religiose si presentavano all'intelletto. Kierkegaard stesso non poi èva e non voleva avere discepoli. Egli non li voleva! « Ho usato » diceva, « quasi la metà della mia forza a lottare contro me stesso, io non voglio avere discepoli ». (Diario 1849). Egli voleva svegliare altri alla verità personale che un uomo può soltanto acquistare con i propri sforzi, non direttamente per adesione od imitazione. Ed egli non poteva avere discepoli ; siccome egli non dette una solu-