Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1906

   

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Leonardo
Rivista d'idee

1906, pagine 390

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a cura di Federico Adamoli

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   alleati e nemici
   361
   bisogna naturalmente prendere proprio la sua divisione, a meno di riescire degli sciocchi come certi entusiasti sul tipo del signor Rappoport autore della sullodata e citata prefazione.
   G. il S.
   'La Critica „.
   Rivista di letteratura, storia e filosofia. — 1903-1906. — Napoli
   Direttore B. Croce.
   Di fronte ai due metodi che dominavano nel 1903 in Italia nella storia delle lettere e delle arti, e nella filosofia, la Critica da quattro anni non rappresenta che una chiarificazione, una purificazione, una « messa in fuoco ». Infatti del metodo storico che adopra con tutta la maestria e con tutte le conoscenze dei suoi migliori rappresentanti, accetta tutti i resultati di fatto, ma li integra e li corona con la sintesi estetica ; ne accetta i materiali sicuri che esso fornisce per risapere il momento storico che li aveva lasciati. Del positivismo non cerca altro che di contenere le invasioni, accettandone la parte empirica nelle scienze, ma respingendone ogni qualsiasi velleità filosofica ; giacché ritiene la filosofia interamente divisa dall'empirismo. Ma dell'uno e dell'altro conserva molte antipatie e ristrettezze proprie degli intellettualisti, come il disprezzo' per le forme di critica fantastica, e per le tendenze religiose e mistiche che ammettono altra conoscenza che non la sensibile e intellettuale. Essa non rappresenta dunque che un metodo storico integrato e un positivismo messo a posto ; accetta di questi due tutta la parte razionalista, e se combatte i positivisti non è perchè li ritiene razionalisti ma perchè li giudica cattivi razionalisti; fa questione di cervelli, non di metodi.
   La sua funzione conìpletatrice e purificatrice esercita con una grande chiarezza e con una certa nobile vivacità di stile, con franchezza più che lodevole non solo verso i pezzi grossi, ma anche (e ciò forse è più raro) verso gli amici personali. Ma nella futura storia della coltura Italiana non segnerà un momento di rinnovamento profondo, di rivoluzione dei metodi, e sarà notato il caso curioso che la parte più attiva e più operante sarà stata per l'appunto quella passionale e personale che si sarà infiltrata a dispetto di tutte le chiusure e le incatramature di razionalismo e di intellettualismo. Cioè : se sparisse quella forza intelligente e quella