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leonardo
coltura ampissima ed organizzata che fanno di Benedetto Croce uno degli uomini eccezionali di Italia, la Critica non potrebbe eccitare a un superamento, a nuove forme di attività intellettuale e morale, a nuove anime, a nuovi fini. La virtù della rivista non è nelle sue idee, ma nell'uomo che la dirige. E nei primi discepoli si sente già il sistema perdere vitalità e diventare occasione di pedanteria, di limitazione, di paure. Un' accademia Crociana non varrebbe più d'un' accademia Pontaniana. Il Gentile non mostra grande differenza tipica dai Masci e dai Chiappelli che comhatte, per quanto i suoi scritti sian loro superiori di dottrina e, nel senso hegeliano della parola, più pensati.
Perciò la Critica, che non ha prodotto nelle classi dell' insegnamento superiore altro effetto che un po' di irritazione e di scandalo, non ne può produrre nessuno f uori della classe dell' insegnamento secondario, o di quelle persone che senza il brevetto hanno l'animo formulista e sistematico del pedagogo ginnasiale e liceale. La clientela della Critica si recluta appunto sopratutto presso i professori delle scuole secondarie, e i suoi effetti su queste persone, per quanto utilissimi come vedremo, si riassumono nell'impedire e nello sgominare quei pattoni-mal digeriti, quelle frittate rifritte, quei pasticci rifatti, che sono in generale le pubblicazioni presenti dei tesaioli concorrenti alle cattedre. Ed è certo che la funzione della Critica è u.tile, perchè ora, prima di pubblicare un riassunto di dieci autori tedeschi, o l'apprezzamento materiale di un autore letterario in base ai documenti del suo macellaio, il professor di filosofia o lo studente di lettere ci penseranno sopra due volte, vedendo sorgere all'orizzonte il fantasma vendicatore di una recensione firmata B. C. o G. G.
Il male è che non penseranno nulla di più e nulla di più alto. La stessa organizzazione di pensiero della Critica non è di quelle che ecciti al movimento, ma tutt'al più all' accettazione ; come i Vangeli ben netti e i dogmi ben definiti, essa non può dare che discepoli ossequiosi. Le sue forme di stile, le sue tendenze, e le sue dichiarazioni mostrano che non può produrre altro, giacché il suo ufficio si è ristretto a un moderato esercizio della ragione e a un continuo richiamo degli scrittori « al loro campo ». Vi si trovano spesso frasi sul tipo di queste : « ciò non è storia dell'arte », u questa non è filosofia », « Leonardo non è un filosofo », ecc. ecc. E un officio, per dir cosi, di agrimensura, non di valutazione. Vi si dirà : « ciò è poesia, non metafisica », « ciò è fantasia,