Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1906

   

Pagina (399/435)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (399/435)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Leonardo
Rivista d'idee

1906, pagine 390

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   alleati e nemici
   365
   alle tradizioni delia loro anima nazionale. Non si rigenera la Spagna, egli dice, portandola a imitare ciò che tanno le altre nazioni, cercando di creare industrie, rendendola ricca. La Spagna ha la sua missione nel mondo : quella di rappresentare, dinanzi alla paga-nità latina e dell'avidità anglo-sassone, le idee della rinuncia e dell'immortalità. La Spagna dovrebbe essere una nazione di cavalieri asceti. Gli stessi aspetti della terra di Castiglia, solitaria, arida, popolata solo di rigide encinas, danno il senso dell'infinito e il bisogno dell'unione con Dio. La rigenerazione della Spagna è un problema morale e perciò un problema religioso. Miguel de Unamuno dà molta importanza alla religione e per quanto cattolico non si spaventa nè delle teorie dell'evoluzione dei dogmi nè delle sante pazzie del misticismo.
   Il libro che fa meglio comprendere l'anima sua e che costituisce, per ora il più completo programma eh' egli abbia offerto al suo paese è quello che ha pubblicato l'anno scorso col titolo di Vida de D. Quijote y Sancho (Madrid, F. Fè) che non è nè un riassunto nè un commento filologico o storico ma una interpretazione morale della meravigliosa opera del Cervantes. Egli segue passo a passo le vicende dell'infelice cavaliere e del suo compagno e dopo averle ricordate con brevi parole ne cerca il significato e ne trae gl'insegnamenti. E per far comprendere tutto quello che c'è di eroico e di religioso nel gran libro del Monco egli richiama ogni momento le gesta o le parole delle più alte e nobili anime rappresentatriqi della Spagna : il Cid Campeador, Santa Teresa, Iftigo di Loyola, Calderon de la Barca. Questo libro di Unamuno si presenta, cosi, come una spece di Vangelo dello Spagnolismo, ma non dello Spagnolismo quale noi siamo abituati a disprezzarlo attraverso i ricordi della dominazione della Spagna già in decadenza, ma di uno Spagnolismo ch'è quasi l'opposto di quello e che riconosce come virtù il disprezzo della vita comoda, degli affari, della morte, e 1' amore dell' avventura e della povertà, il coraggio della solitudine e della pazzia. Tutto questo insegna Don Chisciotte, secondo Unamuno, e non il pessimismo come voleva Turgheniev o la fine del misticismo cavalleresco come intende ora il Peladan.
   E inutile aggiungere che sto, per mio conto, dalla parte di Unamuno. lo sento per lui una simpatia istintiva che è dovuta, probabilmente, alle somiglianze delle nostre anime e dei nostri scopi. Egli vuol fare per la Spagna ciò ch'io vorrei fare per l'Italia e riconosco pure come mio principal patrono l'immortale Don Chisciotte il quale non è mai veramente morto nel mondo, perchè se morisse