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LEONARDO
gnano (Sur la trasmtssibilité dee caracleres acquis, Paris, Alcan, 1906, ediz. ital. Bologna, Zanichelli) è tutto rivolto a dimostrare la necessità di un centro epigenetico, di una zona centrale di sviluppo la quale rimane, in certo modo, stabile durante i processi di formazione dell'organismo ma dalla quale partono gli impulsi che debbono a poco a poco trasformarlo. L'azione di questo centro epigenetico è quella che fa diventare l'embrione un essere perfetto e, secondo il Rignano, la sua azione rassomiglia moltissimo a quella nervosa.
Il fenomeno vitale sarebbe dunque una scarica nervosa del centro sopra le altre cellule la quale diverrebbe necessaria solo negli organismi pluricellulari un po'avanzati, nei quali non è più possibile, come in quelli unicellulari, una distribuzione generale di questa forza nervosa. Il centro epigenetico sarebbe dunque una specie di magazzino generale dell'energia vitale dal quale si partono le onde che trasformano le altre parti dell' embrione o dell'organismo per renderlo simile ai suoi progenitori. Le teorie del Rignano, per quanto siano un po' troppo astratte e risentano della mancanza di esperimentazione diretta, pure sono importanti come campione di una interpretazione nervosa dell'eredità in contrasto con quella psicologica del Semon che il Rignano ha il torto di non conoscere.
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Gli ultimi biologi, come si vede, tendono a dare importanza ai fatti psichici o per lo meno ai fatti che son supposti loro corrispondenti, ma non tutti sono di questa opinione. Il fisiologo teu-tonico-americano Jacques Loeb ha fatto una lunga serie di esperienze e ha scritto un paio di libri (Studies in general Physiology, Chicago, 1905. — The Dynamics of living matter, New-York, 1906) per dimostrare che i cosiddetti fatti spirituali degli animali non sono che casi di tropismo e che tutta la vita animale non è che un insieme di processi fisico-chimici, somiglianti a quelli elettrici. Io ho molta simpatia per il Loeb e soprattutto per le sue intenzioni demiurgiche (si sa che egli studia il modo di trasformare i corpi inorganici in corpi viventi) ma non vedo che ragione ci sia di preferire il linguaggio meccanico al linguaggio psicologico per descrivere i fatti della vita animale, dal momento che noi conosciamo abbastanza bene cosa è la scelta o la previsione mentre siamo co-