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LEONARDO
riuscire molto utile a chi desideri in seguito dedicarsi allo studio dell'/f/i Unveiled e della Secret Doctrine, opere senza confronto più vaste, ma che presentano la difficoltà di un disordine e di una oscurità espressamente voluti.
L'autore, in cui sembrano fondersi culture diverse e non superficiali di parecchi studiosi di filosofia, di scienza, di religioni, di storia, ha lavorato con amore evidente e senza abborracciare dalle opere di altri autori.
Peccato che citi un po' troppo spesso la Besant, questo semi-dio in gonnella della Società Teosofica, che ha ridotto in pillole per gli stomachi deboli il sistema e l'opera della Blavatsky ! E peccato che la Bibliografia sia stata così trasandata da non dare al lettore neppure la data della pubblicazione.
Arturo Reghini.
Rivoluzione Francese.
Tommaso Carlyle. La rivoluzione francese tradotta per la prima volta in italiano daErnestina Ciccotti-D'Errico. Voi. I, Roma, Mongini, 1906, p.p. 362.
Una traduzione non certo eccellente ma neppur spregevole. I difetti che vi si posson lamentare appaiono causati, quando la si confronta col testo, più che da un' imperfetta conoscenza dell' inglese da poca sicurezza nell'italiano. Essi in altre parole consistono più in inesattezze d'espressione che in errori veri e propri d'interpretazione. Il tratto che intercede fra queste due manchevolezze è brevissimo e può esser varcato senza neppure accorgersene ; tuttavia nel fare un raffronto, del resto alquanto sommario, non m' è accaduto d'imbattermi dove la traduttrice potesse rigorosamente essere accusata di vero e proprio svisamento del testo.
L'incertezza cui accennavo, a volte, le fa prendere lunghe strade anche quando le scorciatoie son palesi e sicure, le fa adoprare oziosi giri di frase anche dove la frase ésatta sembrerebbe tanto spontanea. Perciò essa indulge ad un'abbondanza della quale il Carlyle non ha affatto bisogno come quello che è già di per sè troppo abbondante : abbondanza innocjia se vogliamo, fatta di concetti per dir così riempitivi, di amminnicoli stilistici, def quali nei futuri volumi di questa storia la traduttrice dovrà pur avvezzarsi a far a meno. Frattanto ho detto innocua e ho detto male, perchè sotto tanta ovatta e tanta flanella non molto resta dell' impetuosità dello stile dèi Carlyle. Da non più che tre o quattro frasi prese a caso qua e là ho potuto togliere tutta questa grazia di Dio, con l'effetto di farle, nella mia ricostruzione mentale, oltre che molto più vicine al testo, più serrate, più vive, più significative: pagg. 17 — che precede, — 48 con