LE ENERGIE DEGLI UOMINI
IX
zate dall'esercizio di altre funzioni. G. T. Fechner è una straordinaria eccezione che prova la regola. Egli poteva adoperare le sue facoltà mistiche mentre era scientifico. Poteva essere insieme criticamente acuto e devoto. Pochi uomini di scienza possono pregare, io credo, pochi possono mantenere una vivente comunione con « Dio ». Eppure molti fra noi sanno benissimo quanto più libere in molte direzioni e quanto più abili sarebbero le nostre vite se tali importanti forme di guadagnare energia non fossero sigillate.
Vi sono in ognuno forme potenziali di attività che in pratica vengono tolte all'uso. L'esistenza di serbatoi di energia a cui abitualmente non ricorriamo ci è molto familiare nel fenomeno di « seconda aura ». Di solito ci fermiamo quando incontriamo il primo effettivo strato, per chiamarlo così, di stanchezza. A questo punto abbiamo camminato giuocato o lavorato « abbastanza » e smettiamo. Questa somma di fatica è un' efficace impedimento che segna il limite della nostra vita ordinaria. Ma se una insolita necessità ci obbliga a continuare succede una cosa sorprendente. La stanchezza diventa maggiore fino a un certo punto critico dove gradatamente o subitamente passa e noi siamo più freschi di prima. Evidentemente ci siamo imbattuti in uno strato nuovo di energia, mascherato fino allora dall' ostacolo della stanchezza abitualmente obbedito. Si può trovare strato dopo strato in simili esperienze. Può intervenire una terza e una quarta aura. L'attività mentale mostra questo fenomeno quanto quella fisica ed in casi eccezionali noi possiamo trovare al di là dell'ultimo estremo dell'angoscia della stanchezza delle quantità di facilità e di potere che noi stessi non avremmo mai sognato di possedere, delle sorgenti di forza che abitualmente non mettiamo affatto in opera perchè abitualmente non ci spingiamo attraverso l'ostacolo, non passiamo mai quei primi punti critici.