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Leonardo
Rivista d'idee

1907, pagine 326

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   LE ENERGIE DEGLI UOMINI
   IX
   un' ombra da una continua diarrea e consumavo tanto oppio quanto avrebbe fatto onore a mio suocero (r). Tuttavia, ringraziando Dio, ho una buona parte di Ta-pleysm in me e mi manifesto forte nelle difficoltà. Credo di poter dire con fiducia che nessuno mi ha visto mai scorato o mi ha sentito brontolare anche quando le nostre aspettative erano più tetre. Eravamo fortemente flagellati dal colèra e fu per me quasi uno sbigottimento vedere che di 27 ufficiali presenti ne potevo raccogliere soltanto 15 per le operazioni dell' attacco. Tuttavia fu fatto e dopo che fu tatto mi sentii mancare. Non inorridite quando vi dirò che per tutto questo assedio e veramente anche qualche tempo prima
   10 viveva quasi di acquavite. Non avevo appetito per
   11 cibo ma mi sforzavo di mangiare appena quello che era sufficiente per sostenere la vita e avevo un incessante desiderio di acquavite come lo stimolante più forte che potessi procurarmi. Strano a dirsi ero affatto inconsapevole che mi producesse il benché minimo effetto. L' eccitamento del lavoro era così grande che nessun altro più piccolo sembrava potesse avere influenza contro di esso ed io certamente non sentii mai in vita mia il mio intelletto più chiaro e i miei nervi più forti. Era solo il mio miserabile corpo che era debole e quando il vero lavoro fu compiuto e fummo padroni di Delhi io cedetti senza indugio e scoprii che se volevo vivere non dovevo più continuare nel sistema che mi aveva tenuto su durante la crisi. Con essa passò in un momento ogni desiderio di stimolanti e un perfetto orrore del mio recente tenore di vita s'impadroni di me. » Tali esperienze dimostrano quanto profonda è l'alterazione nel modo col quale, sotto l'influenza dell' eccitamento, il nostro organismo compie talvolta il suo lavoro fisiolo.
   (1) Tommaso di Quincey.